Anpi, il gioco sporco contro Meloni: fondi Ue per abbatterla
Gianfranco Pagliarulo, presidente di quel residuato novecentesco che è l'Anpi, non ha mai dimenticato la lezione del suo maestro, Armando Cossutta. Uno degli imperativi del dirigente più filosovietico di quel partito filosovietico che era il Pci suonava più o meno: fatti finanziare dalla Casa Madre per mantenere il carrozzone pseudoresistenziale italico. La Casa Madre originale era l'Urss, purtroppo non c'è più (anche se il compagno Putin si sta attrezzando per restaurarla, da cui le posizioni ultrapacifiste di un'associazione che teoricamente custodisce la memoria di una guerra di liberazione), ma Pagliarulo non si perde d'animo, e si rivolge a quel succedaneo soft e petaloso dell'Unione Sovietica in cui spesso si traduce l'Unione Europea. Ecco allora l'ideona presidenziale, sciorinata durante la tavola rotonda di pressante attualità "Una rete internazionale antifascista per lavoro, diritti e democrazia", tenuta nella sede della Cgil. Poiché come da insegnamento latino "in cauda venenum", la contabilità ideologica spunta in fondo all'intervento di Pagliarulo, di per sé un potatori sul pericolo fascismo che mischia neoconservatori americani e autocrati illiberali, tutto e il suo contrario.
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DIO, PATRIA E FAMIGLIA
Alla fine però, quando si tratta di battere cassa, il pippone si fa molto più stringente: «Concludo sostenendo sia l'opportunità della nascita di un osservatorio continentale sulle dinamiche delle organizzazioni di estrema destra - ma non di estrema sinistra, sia mai che gli autoritarismi e le loro vittime siano uguali, ndr- sia la costruzione di percorsi formativi per sindacati e delegati». A tal fine, «sarà bene verificare la possibilità di usufruire di finanziamenti europei tramite l'Agenzia per i diritti fondamentali che è strumento della Commissione Europea».
E uno dice: soldi, per quanto strabici e unilaterali, contro l'estremismo, ben venga. Il problema è il concetto di "estrema destra" che alberga dalle parti dell'Anpi, che Pagliarulo descrive senza reticenze: «Ciò che in qualche modo accomuna questa composita realtà è uno slogan che in Italia si declina così: Dio, Patria e Famiglia». Cita espressamente il motto di origine mazzianiana (quindi repubblicano-risorgimentale, non fascista, se ne facciano una ragione le anime belle) più volte rivendicato da Giorgia Meloni, anche nell'ultima campagna elettorale, quindi scomoda direttamente l'impianto programmatico e valoriale del partito votato da più di un quarto degli elettori.
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SPREZZO DEL RIDICOLO
Pensa a Fratelli d'Italia, Pagliarulo, quando chiede agli euroburocrati quattrini concreti per combattere il fascismo immaginario, e lo fa con invidiabile sprezzo del ridicolo. Per lui e per i partigiani dell'aperitivo, fascista non è chi vorrebbe instaurare oggi una dittatura analoga a quella mussoliniana (quindi lo zerovirgola di italiani), ma chi non la pensa come loro rispetto al dogma immigrazionista, al dogma arcobaleno, al dogma laicista (che è l'opposto di laico). E lo dice chiaramente: «Tali forze sostengono, in forme diverse a seconda della storia di ciascun Paese, elementi identitari tradizionali come la nazione, la religione, l'orientamento sessuale».
«Sostenere elementi identitari», è la definizione (post)moderna di fascismo: per incorrere in questo psicoreato, basta non accettare supinamente lo sbarco incontrollato di clandestini, non votare il Ddl Zan, non intendere buttare a mare le radici cristiane dell'Europa. Tutti questi casi non vanno a comporre un'agenda politica legittima, e legittimata dal consenso popolare a governare, bensì costituiscono altrettanti flagranti indizi di neofascismo, da monitorare attraverso un "osservatorio" irrorato di soldi europei tramite "l'Agenzia per i diritti fondamentali". È l'opposizione espropriata dai suoi luoghi naturali, la democrazia dell'alternanza e la dialettica parlamentare, e appaltata a un occhiuto Politburo continentale, di cui l'Anpi sarebbe la solerte (e stipendiata) sentinella in Italia. Cossutta, che di Politburo e sovranità limitata se ne intendeva, guarderebbe compiaciuto l'allievo, avviato a superare il maestro.