Almirante e Pino Rauti, il loro contributo alla vittoria del 25 settembre
Nelle infinite analisi sul trionfo elettorale di Giorgia Meloni poco spazio è stato dato al contributo missino. A quel portato storico derivante dagli "esuli in patria". Così il politologo Marco Tarchi definì gli eredi del fascismo in Italia. Una comunità numericamente non trascurabile in grado di raccogliere nelle elezioni sempre tra i 2 e i 3 milioni di voti ma ghettizzata dalla discriminante antifascista.
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Il successo di Fratelli d'Italia si deve anche a questa storia. E bene ha fatto Giorgia Meloni a rifiutare i diktat pelosi della sinistra che le chiedevano di togliere dalle bandiere di Fdi la fiamma tricolore. Non tanto per una questione elettoralistica quanto per il rispetto di un passato. Il Msi, fondato nel 1946 e sciolto nel 1995, ha avuto nella sua storia 6 segretari politici. Spiccano due nomi: Giorgio Almirante che ha retto il partito per vent' anni (1969-1987) e Pino Rauti segretario per meno di due (1990-1991) ma punto di riferimento per quasi mezzo secolo della destra sociale.
Giorgio Almirante ha guidato il partito in una delle fasi più tragiche della storia italiana (gli annidi piombo dove caddero decine di militanti missini al grido "uccidere un fascista non è reato"). In quei difficili anni cercò di modernizzare il partito allargando la base elettorale. Furono gli anni della Maggioranza Silenziosa, movimento spontaneo e trasversale che il 13 marzo 1971 scese in piazza a Milano contro le violenze della sinistra extra-parlamentare. Almirante cercò di cavalcare quel movimento creando una Destra Nazionale (1972) che ebbe un grande successo elettorale ma non riuscì a trasformarlo in politico per via di quell'arco costituzionale di matrice antifascista voluto da Dc e Pci. Oggi Fratelli d'Italia si rifà indirettamente a quell'esperienza allargando la base di destra, come immaginato proprio da Almirante. Altro visionario è stato Pino Rauti, l'anima sociale della destra missina. Da sempre sostenitore dello "sfondamento a sinistra" ovvero dell'ipotesi di conquistare i voti a sinistra quando intuì che con la crisi del Pci le fasce povere della popolazione non avrebbero più avuto rappresentanza politica. Oggi il 29% dei voti di Fdi arriva dalle fasce più umili.
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Clamorosa e paradossale in questa chiave la vicenda di Isabella Rauti, figlia di Pino e parlamentare di Fratelli. Candidata a Sesto San Giovanni, l'ex Stalingrado d'Italia, ha sbaragliato Emanuele Fiano. Ma Giorgia Meloni è anche in debito con l'ultimo dei segretari del Msi Gianfranco Fini che le è stato... maestro. Ma nel senso zen del termine laddove «ti è maestro anche chi sbaglia indicandoti indirettamente la via». L'imperdonabile errore di Fini di rinnegare la sua storia è un insegnamento che Giorgia Meloni non dovrà mai dimenticare.