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Alberto Zangrillo, "un no definitivo": il gran rifiuto al centrodestra

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Il lavoro per chiudere la squadra di governo continua, incessante, giorno dopo giorno. Il centrodestra sonda, discute, tratta. A capo delle operazioni, ovviamente, la premier in pectore, Giorgia Meloni, leader di quei Fratelli d'Italia che si sono imposti al voto del 25 settembre come locomotiva della coalizione. 

Una delle caselle più importanti del nascente esecutivo, così come di ogni esecutivo, è quella della Salute. E lo è ancor più con l'emergenza-Covid che potrebbe anche tornare. Ma soprattutto dopo la lunga parentesi di Roberto Speranza ministro, con tutte le critiche che ha attirato e le controversie di cui è stato protagonista. Di certo, i leader del centrodestra sono compatti su un'idea: alla Sanità ci andrà una personalità direttamente coinvolta nel mondo della salute, insomma un qualcuno che sa ciò di cui si parla.

 

Ed è per questo che da qualche tempo circolava il nome di Alberto Zangrillo, il primario del San Raffaele nonché medico personale di Silvio Berlusconi. Tanto che sarebbe stato contattato proprio in questi giorni. Peccato che, proprio come già in passato aveva escluso ogni avventura politica (le voci, ciclicamente, ritornano), anche in questo caso Zangrillo si sfila. 

 

E lo fa pubblicamente, interpellato dall'agenzia di stampa AdnKronos: "La mia indisponibilità a ricoprire il ruolo prestigioso di ministro della Salute è definitiva e scaturisce dal profondo amore per la mia professione di clinico e professore universitario, ruoli che non voglio abbandonare". Insomma, un secco no che non pare negoziabile. Anche se, aggiunge, "laddove fosse richiesto arò felicissimo di fornire tutto il mio personale supporto all'azione del nuovo ministro della Salute". Al massimo sarà disponibile in veste di consulente. Poi, certo, in politica tutto è possibile...

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