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Giorgia Meloni, il Parlamento rischia di incepparsi: cosa può succedere

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Il nuovo Parlamento non ha fatto in tempo a insediarsi, che già si prevedono intoppi. La sforbiciata delle due Camere, con il taglio dei parlamentari passati rispettivamente a 400 deputati e 200 senatori, rischia di creare non pochi problemi. La prima riunione delle due nuove Camere avverrà il 13 ottobre. A dirigere i lavori della prima seduta ci saranno la senatrice a vita Liliana Segre e il vicepresidente uscente di Montecitorio, il renziano Ettore Rosato

 

 

Anche le Aule stanno subendo le conseguenze della riforma passata e voluta dal Movimento 5 Stelle. In questi giorni, infatti, gli addetti al lavoro stanno togliendo i microfoni e le postazioni di troppo (prima questi erano 630 a Montecitorio e 315 a Palazzo Madama) e lo storico tabellone con le luci, corrispondenti a ciascun eletto che indicavano l'esito delle votazioni, è stato sostituito. Al suo posto un moderno maxischermo digitale.

 

 

La novità, che porterà un risparmio nelle casse dello Stato italiano di circa 57 milioni all'anno e a 285 milioni a legislatura, ossia appena allo 0,007 per cento della spesa pubblica, potrà causare qualche imprevisto. La macchina, temono in tanti, potrebbe incepparsi. Il motivo? Il Corriere della Sera ricorda che per molti partiti sarà impossibile costituire dei gruppi a Montecitorio, essendo il numero minimo richiesto ancora proporzionato alla vecchia composizione del ramo del Parlamento. Alla Camera non è ancora stato trovato un accordo e così il numero dei deputati è di almeno 20. Invariata invece la quantità di commissioni, almeno per il momento, rimasta 14. Diverso discorso a Palazzo Madama dove sono state ridotte a 10. Insomma, un'altra grana per il nuovo governo?

 

 

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