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Laura Boldrini "tradisce" il Pd: con chi è pronta a scendere in piazza

Brunella Bolloli
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Giuseppe Conte si è improvvisato francescano e nel giorno del poverello di Assisi, il 4 ottobre, ha lanciato la manifestazione di piazza per la pace, senza bandiere di partito, subito sposata da Laura Boldrini. L'ex presidenta della Camera se c'è da sfilare va, anche a costo di prendersi gli insulti come al corteo delle femministe. «Ci sarò», ha confermato la Boldrini, «si sente la mancanza di una mobilitazione per la pace». Si accodano il collega Gianni Cuperlo, l'ex ministro Graziano Delrio, cattolico dem, il presidente nazionale di Ali Matteo Ricci («saremo in prima linea per la pace») e tutta la pattuglia di Articolo 1, da Arturo Scotto a Pierluigi Bersani a Roberto Speranza, fino alla galassia rifondarola che fa capo in parte alla Sinistra italiana di Nicola Fratoianni, in parte a Unione Popolare di Luigi De Magistris.

 

 


DE LUCA A NAPOLI
Altri nel Pd non hanno lo stesso entuasismo della Boldrini perché l'iniziativa viene da Conte ed esserci significherebbe, in qualche modo, essere subalterni ai Cinquestelle. Non solo, infatti, è fredda la corrente Base riformista del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che ha appena dato il via libera a un nuovo decreto per l'invio di armi all'Ucraina, ma per la deputata Lia Quartapelle «Conte sbaglia sulla Russia» e il governatore della Campania, Enzo De Luca, anticipa tutti lanciando una manifestazione analoga a Napoli nei prossimi giorni. Da Letta, per ora, neanche una parola. Una data, del resto, ancora non c'è, sebbene si parli di novembre, a otto mesi dall'invasione russa della martoriata Ucraina e a ridosso della Settimana delle Nazioni Unite per il Disarmo. Uno snodo temporale simbolico per una manifestazione che vuole risvegliare le coscienze e porsi come diga di ideali contro il peggiore degli epiloghi, una manifestazione "trasversale" e che «raccolga gli appelli della società civile», auspica il presidente delle Acli Emiliano Manfredonia.

 

 


Non mancherà il presidente dell'Arci Daniele Lorenzi, mentre ad anticipare l'appunta Laura Boldrini, ex presidente della Camera e oggi deputata del Partito democratico, ha dichiarato di essere favorevole a una manifestazione pacifista promossa dall'ex alleato M5S per bocca del suo capo politico, Giuseppe Conte. Una manifestazione per la pace in Ucraina «riempirebbe un vuoto», sostiene Boldrini. Ma tanti nel partito non la pensano come lei. Intanto oggi è prevista la direzione del Pd, alle 10 convocata al Nazareno (LaP) mento, che dovrebbe tenersi a Roma, ci saranno i giorni di mobilitazione voluti dalla Rete per la pace e il disarmo tra il 21 e il 23 ottobre. Insomma, associazioni, sindacati, collettivi, grillini e girotondini vari si stanno riorganizzando ufficialmente a favore del cessate il fuoco tra Russia e Ucraina, poi chissà, forse anche contro la destra cattiva e violenta. Intanto, però, il Pd deve trovare la propria pace interiore e, visto l'andazzo, non sembra che basti un corteo né una seduta di psicanalisi al Nazareno come quella che potrebbe andare in scena stamattina alle 10. La riunione si prospetta tesa, servirà a fare il punto dopo la batosta elettorale e a capire se il Pd va sciolto, come suggerisce qualcuno all'interno dello stesso partito, o no.


TENSIONI E CORRENTI
La direzione convocata da Letta segnerà il primo passo di una road map per il congresso. Chiede tempi certi Base riformista, che non vuole andare oltre marzo con il congresso, anche perché ha già il candidato pronto: Stefano Bonaccini, contrario allo scioglimento del Pd. Letta comincerà a delineare un metodo per organizzare l'opposizione al governo Meloni. Paola De Micheli confermerà la volontà di candidarsi alla segreteria, anche in nome delle donne. In tanti scommettono sulla riconferma delle capigruppo, Simona Malpezzi e Debora Serracchiani, anche come "pezza" al buco rappresentanza. E non è escluso che Anna Rossomando resti vicepresidente a palazzo Madama. Ma se lo schema A prevede il mantenimento delle cariche attuali dei dem, lo schema B punta su figure nuove, «native Pd e senza attestati di corrente». 

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