Sinistra, la bomba sporca: come provano a ribaltare l'esito del voto
Anche se uno dei primi atti di Giorgia Meloni, futuro premier, è quello di sentire ed incontrare i suoi alleati di centrodestra, Salvini "in primis", in vista del varo del nuovo governo, abbiamo assistito, in questi giorni, ad una vera e propria "escalation" di punzecchiature in tema di "sante alleanze" provenienti da ambienti vari della sinistra sconfitta che, ancor prima del varo del nuovo esecutivo, prevedono già una sua durata molto limitata (appena sei mesi, parola di Calenda) perché è la tesi che sta passando da quelle parti i "partner" del nuovo governo si scontreranno subito tra loro su qualsiasi tema che verrà messo sul tavolo. Non solo: qualcuno comincia già ad adombrare la possibilità di grandi inciuci nell'esecutivo che verrà.
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FERMEZZA E COERENZA - Siamo alle solite: in mancanza di meglio, la sinistra sta subito ricorrendo a tutte le armi, più o meno lecite, a sua disposizione per cercare di rovesciare o, comunque, condizionare i nuovi equilibri la "santa alleanza" scaturita dal voto del 25 settembre. Ma le voci dei bastian contrari, che si sono moltiplicate all'indomani del responso delle urne, non stanno considerando la fermezza di Giorgia che avrà sì i suoi difetti ma che è comunque abituata ad agire sempre alla luce del sole senza cercare mai quegli accordi sottobanco, prerogativa di altri partiti, né all'interno della maggioranza, né con l'opposizione. Per verificare la coerenza della Meloni, sono andato a rileggere un'intervista telefonica che lei stessa mi concesse dopo i risultati delle elezioni politiche del 2018.
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PRECISAZIONI - Allora mi disse testualmente: «No a qualsiasi inciucio. Anche in tempi non sospetti... siamo stati chiari sulla nostra indisponibilità ad intese con il Partito Democratico e con i Cinquestelle: sono incompatibili con noi su molti temi-cardine, dall'immigrazione di massa, vista favorevolmente da entrambi, alla difesa della famiglia e di quei valori non negoziabili sui quali loro la pensano esattamente allo stesso modo...». Ma la futura premier, in quell'intervista, aggiunse anche: «Per quello che ci riguarda, voglio essere molto precisa: noi preferiamo, andare all'opposizione piuttosto che cercare accordi con altre forze politiche al di fuori delle quattro gambe del centrodestra».
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Cosa che Fratelli d'Italia ha fatto anche con l'ultimo governo Draghi quando i suoi alleati di centrodestra si sono invece schierati con gli altri partiti per sostenere l'esecutivo di Super Mario. Patti chiari ed amicizia lunga: in questi anni, Giorgia è stata coerente con quanto mi anticipò allora. Non è un caso che oggi gli italiani abbiano voluto premiare proprio la linea di fermezza tenuta dalla leader di FdI e, considerando che il machiavellismo è sempre stato il "leitmotiv" della politica italiana (lo diceva anche Giuseppe Prezzolini), possiamo essere sicuri di una cosa: comunque si muoverà, il prossimo governo cercherà davvero di voltare pagina. Alla faccia delle solite Cassandre.