Vittorio Feltri su Matteo Salvini: "Le accuse contro di lui sono ingiuste"
Nessuno mi potrà mai rimproverare di non essere stato abbastanza severo nell'esprimere il mio pensiero riguardo l'operato, talvolta incomprensibile se non addirittura bizzarro, del leader (considerato adesso decaduto) della Lega Matteo Salvini. A questi va riconosciuto senz' altro il merito di avere preso un partitino di denominazione di origine controllata e di averlo rapidamente trasformato in un partito di ampio respiro nazionale che mostrava per di più uno straordinario appeal sulle genti del Mezzogiorno, nonostante il persistere in certi luoghi dello stivale di un pregiudizio e di una diffusa ostilità nei confronti di Lega Nord, la quale non ha mancato al principio di sputacchiare su un Meridione ritenuto parassitario e non vittima di politiche castranti, errate e depauperanti nonché di un isolamento geografico a cui lo Stato non ha mai posto efficace rimedio mediante la costruzione di una rete di trasporti e collegamenti moderna ed efficiente.
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RESPONSABILITÀ CONDIVISA
Come altri leader politici, di destra e di sinistra, senza eccezioni, Salvini è stato una parabola, la quale ora sta toccando il punto più basso della sua traiettoria. E questo fa male in quanto io stesso ho creduto in lui. Se nei mesi passati non ho risparmiato a Matteo aspre critiche, entrando con lui in rotta di collisione, tanto che egli neppure mi rivolge più la parola, oggi sento la necessità e il dovere morale di essere clemente, tanto più perché viene ingiustamente passato e ripassato nel tritacarne persino dai suoi, i quali ora sono alla ricerca disperata di un capro espiatorio il cui sacrificio ripulisca con il sangue colpe e misfatti collettivi, non ascrivibili dunque in via esclusiva all'ex ministro dell'Interno del governo gialloverde. L'unico vero delitto di Matteo è stato quello di farsi trascinare in scelte e azioni che egli stesso non era convinto di compiere né che fossero intelligenti o veramente utili. Insomma, ha mancato di personalità.
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Tuttavia, Salvini, essendo alla guida del partito, è di fatto unico responsabile di quelle decisioni che si sono rivelate completamente nocive per la Lega che aveva superato ampiamente il 30% e che ora è cascata in picchiata all'8%, lasciandoci tutti sbalorditi. Sia il risultato di Salvini che quello di Meloni superano ogni aspettativa. Ad ogni modo, non condivido l'atteggiamento dei vertici del Carroccio i quali sottolineano l'esigenza di imporre un nuovo segretario, scaricando con queste dichiarazioni quello attuale per non essersi dimostrato all'altezza dei suoi compiti. Ma come? Non siete stati voi medesimi a caldeggiare l'ingresso nell'esecutivo Draghi, indi il ritorno con i cinquestelle e l'alleanza con il Pd? Non siete stati voi a favorire il sostegno a determinati decreti che hanno creato qualche attrito con gli elettori? E adesso cosa fate, prendete le distanze da chi vi ha accontentati, da chi ha fatto di tutto per non scontentarvi? È dominante questa idea illusoria che perché un partito si ripulisca, riacquistando una verginità ormai andata però irrimediabilmente persa, sia sufficiente abbattere chi ne sta a capo. Sciocchezze. Magari fosse così facile. Io sono convinto che se la Lega si è attestata all'8% e poco su di lì sia per merito di Salvini, che ancora piace ai fedelissimi dell'elettorato leghista. Senza Salvini il partito avrebbe ottenuto forse la metà delle preferenze. Ma queste sono mie supposizioni, alle quali non pretendo venga dato peso o valore.
NIENTE GHIGLIOTTINA
L'unica certezza è, lo ripeto, che Matteo Salvini non è l'unico responsabile di questo flop. Quindi non è mediante la sua rimozione che la Lega potrà risorgere dalle sue ceneri. Occorre una riflessione accurata su ciò che ha indotto gli elettori a percepirsi addirittura traditi dalla Lega, abbandonati, presi in giro, tanto da punirla alla prima occasione. Senza questa attività introspettiva, che può essere condotta anche con Salvini saldo al vertice, ogni tentativo di risalita sarà vano e il partito fondato da Umberto Bossi sarà destinato a scomparire. Cari leghisti, invece di ricercare il colpevole e di processare pure voi il già processato e criminalizzato Matteo, cercate la colpa. La troverete distribuita equamente sopra il capo di ciascuno di voi. Stento a credere, infine, che tra di voi ve ne sia uno solo che abbia almeno la metà del carisma di cui è munito quel segretario che adesso volete ghigliottinare.