Di Battista rosica: "In nome di metà del popolo", parole a caso dall'ex M5s
"In nome di poco più della metà del popolo italiano". Questo il commento, stringatissimo, pubblicato su Facebook, dell'ex grillino Alessandro Di Battista, sull'esito delle elezioni, che hanno visto la vittoria della coalizione di centrodestra trainata da Giorgia Meloni. Un post laconico, ma molto provocatorio. Che si riferisca all'astensione appare più che evidente, ma c'è forse altro che si vuole insinuare?
L'affluenza, come abbiamo visto, si è arrestata al 64% - 10 punti in meno rispetto al 2018 - e questo rimane un dato oggettivo, certamente poco rassicurante e poco positivo. Però, è davvero questo il problema? Di Battista, con il suo allusivo post-telegramma, sembra abbia voluto dirottare l'attenzione proprio sul fatto che l'astensione possa aver giocato un ruolo cardine al punto da ridimensionare e delegittimare la vittoria del centrodestra. Eppure, non votare non rappresenta reato, è un diritto legittimo di tutti quei cittadini che non trovano piena rappresentanza nella politica che li circonda.
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Ma l'ex parlamentare grillino non è l'unico che ha puntato il dito contro l'astensionismo. Anche Gianluigi Paragone ha subito dato la colpa del suo flop con Italexit - che si ferma poco sotto il 2% - alla diserzione degli elettori, registrata soprattutto al Sud, con picchi - ricordiamolo - del 50%. "La nostra scommessa era di superare la soglia di sbarramento. Speravamo in un’affluenza decisamente superiore. Non credo sia un bene per la democrazia un’affluenza così bassa. C’è un paese preoccupato che non trova nella proposta politica né una risposta né una spinta per andare al voto". Così Paragone ha commentato il suo insuccesso ai microfoni di La7 durante la Maratona Mentana.
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