Giorgia Meloni, Luigi Bisignani: "Chi ha puntato sulla leader FdI"
Gli elogi dei quotidiani statunitensi a Giorgia Meloni non sono passati inosservati. Negli ultimi giorni, con la vittoria del centrodestra sempre più scontata, le cancelliere estere hanno fatto dietrofront: niente più sparate al veleno o pregiudizi su un eventuale governo guidato da Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia. A confermarlo Luigi Bisignani. È lui, sulle colonne del Tempo, a elencare le peculiarità della leader di FdI che piacciono agli Stati Uniti. Tra queste una certa diffidenza verso gli euroburocrati di Bruxelles. Diffidenza che li accomuna.
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"Magari - osserva Bisignani - è proprio questa la ragione dell'accesa avversione di Berlino e Parigi per la Meloni e il suo centrodestra nelle prime settimane di settembre". Eppure con il passare del tempo, qualcosa si è mosso anche su quel fronte. Non è un caso che nelle stanze della Fondazione Sturzo, in via delle Coppelle, si è insediato da qualche mese un piccolo ufficio della Fondazione Hanns Seidel, associata al partito della Csu, l'Unione cristiano-sociale, nonché i cugini bavaresi della Cdu, l'Unione cristiano-democratica tedesca, entrambe appartenenti all'area di centrodestra. Perché tanto interesse per l'Italia proprio ora, verrebbe da chiedersi.
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Presto detto: stando a Bisignani il Ppe ha passato momenti migliori. Il rischio è che alle Europee del 2024 il Partito popolare europeo possa contribuire ben poco. Da qui la necessità di aprirsi altrove. Dove? Alla Meloni, che a sua volta potrebbe venire in soccorso. I più informati sono pronti a scommettere che Ppe ed Ecr, partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei di cui la Meloni è presidente, sono pronti a unirsi, fondarsi. Che dietro il cambio di passo europeo ci sia questo? Chissà.