Matteo Salvini: "Bollette bloccate, la prima cosa che faremo al governo"
«Per vincere una battaglia, bisogna capire di essere in battaglia», disse una volta Matteo Salvini. E questa che sta affrontando è certamente una delle battaglie più difficili della sua vita. Oggi non è più il momento dei perché e dei per come, oggi il Capitano si gioca se non tutto certamente tanto dentro e fuori la Lega. Eppure se lo incontri di persona lo trovi estremamente sereno e ottimista. Migliaia di chilometri fatti e milioni di parole dette, urlate e scritte in questa breve campagna elettorale non sembrano averlo sfiancato, non la carrettata di insulti e malignità sparse qui e lá dai suoi rivali, non i sospetti sulla sua Lega, non le accuse postume di antichi beneficiati rimasti fuori da questo giro. E neppure il fatto di vedersi contesa la leadership del Centrodestra, conquistata a forza cinque anni fa, da parte di Giorgia Meloni pare preoccuparlo. Lunedì si vedrà, sembra dire, la vita è lunga. Già, lunedì se ne riparlerà ma oggi mancano solo 24 ore all'ora X. Nel bailamme che è una campagna elettorale le parole si sprecano ma a volte sfuggono. Così abbiamo preparato un riassunto, solo parole secche ma che sanno di parole d'ordine in questi tempi pericolosi e incerti. Quali sono le risposte ultime e definitive del Capitano della Lega? Leggiamole, e per dirla alla Gerry Scotti, accendiamole insieme.
Legge Fornero?
«Azzerarla, definitivamente. L'abbiamo fermata con quota Cento, la cancelliamo con quota Quarantuno».
Reddito di Cittadinanza?
«Lasciarlo a chi non può lavorare, chi potrebbe ma dice no alla prima offerta di lavoro perde qualsiasi privilegio. Con i soldi pubblici non si può scherzare».
Contrasto all'immigrazione?
«Va controllata, limitata, scelta e quella clandestina va azzerata. Lo abbiamo già fatto, quindi sappiamo come fare. Decreto sicurezza al primo consiglio dei ministri: divieto di ingresso nelle acque italiane a imbarcazioni non autorizzate».
Sanzioni alla Russia?
«La Legale ha approvate. Ma siccome sono in essere da sette mesi e la guerra non l'hanno fermata, almeno non facciamole pagare ai lavoratori, agli imprenditori e ai pensionati italiani. Che l'Europa metta uno scudo come ha messo le sanzioni».
Armi all'Ucraina?
«Abbiamo detto sì a qualsiasi aiuto all'Ucraina. Speriamo solo che la guerra stia volgendo al termine».
Bollette?
«Ecco su questo, ahimè, siamo quasi da soli a domandare un intervento subito. Chiederò a Giorgia e a Silvio, e anche per questo chiedo oggi il voto degli italiani, di fare subito un maxi decreto per bloccare gli aumenti prima che sia troppo tardi. Compreso lo scostamento di bilancio: durante il Covid di scostamenti ne abbiamo approvati sei, ecco questo è un Covid energetico che rischia di uccidere un milione di posti di lavoro».
Flat tax?
«La sinistra fa finta di non sapere che è già in vigore per due milioni di partite Iva e lavoratori autonomi. Noi nell'arco dei cinque anni la vogliamo estendere anche a lavoratori dipendenti e pensionati, ovviamente fino a un tetto massimo di reddito di settantamila euro lordi. I milionari continueranno a pagare la loro Irpef come è giusto che sia».
Liberalizzazioni, caso balneari?
«Dare il diritto di continuare a lavorare a chi quel lavoro lo fa da una vita, e lo stesso vale per i taxisti, per gli ambulanti. Se ci sono canoni troppo vecchi da adeguare, assolutamente sì, ma senza spalancare le porte a multinazionali, cooperative rosse e cose del genere».
Riforma del catasto?
«Sono orgoglioso di aver già fermato questa riforma voluta da Draghi e dal Pd che avrebbe portato ad aumentare l'Imu su milioni di case e di negozi. Anzi, andrebbe tolta l'Imu nei paesi sotto i tremila abitanti per combattere lo spopolamento. Costerebbe 800 milioni, pochi e comunque molto ben spesi».
Autonomia regionale?
«Da fare nel primo consiglio dei ministri. È pronta, è prevista dalla Costituzione, è stata votata da quasi sei milioni di cittadini, non costa niente, non toglie niente a nessuno e porterà benefici anche in altre regioni, penso al Sud: se Puglia e Campania gestissero il loro patrimonio culturale sicuramente guadagnerebbero di più».
Riforma costituzionale?
«Va benissimo, una repubblica presidenziale e federale sarebbe certamente più moderna ed efficiente dell'attuale. Ci vorranno alcuni anni e penso che sarebbe giusto coinvolgere tutte le forze migliori del Paese, dalle categorie alle università. La costituzione non la si cambia da soli a colpi di maggioranza come fece Renzi qualche anno fa».
Aborto?
«Non abbiamo bisogno di guerre di religione né di dividere il Paese. Ovviamente per me se si riesce a difendere la vita va sempre bene e a questo servono i più di trecento centri di aiuto alla vita sparsi per il Paese. L'ultima parola però, ne sono convinto, spetta sempre e comunque alla donna».
Ora le faccio dei nomi. Ursula von der Leyen.
«Ieri mattina ci ha mandato un messaggio che è una minaccia. Ecco dico che nel secolo scorso le minacce dei tedeschi non hanno prodotto nulla di buono. Il suo è stato un intervento disgustoso che dovrebbe portare o alle dimissioni o alle scuse al popolo italiano. La signora è pagata per proteggere i confini e aiutarci a pagare le bollette energetiche non per ricattare e minacciare».
Viktor Orban.
«Orban è appena stato rieletto dalla maggioranza del popolo ungherese. Ne condivido alcune scelte, per esempio sugli aiuti alle famiglie, altre no. Certo, il modello per un grande Paese come l'Italia non possono essere piccoli Paesi. Se devo scegliere un ribilanciamento dell'Europa non guardo né a Budapest né al Nord. Guardo al fronte del mediterraneo: Spagna, Portogallo, Francia, Grecia, Malta e Cipro dovrebbero essere i nostri alleati più stretti. Dobbiamo insomma abbassare il baricentro della politica europea».
Vladimir Putin.
«Quando uno fa scoppiare una guerra passa comunque dalla parte del torto. Fino alla sera prima c'erano rapporti, relazioni, stima e non solo con la Lega. Ora non può più essere così».
Silvio Berlusconi
«Un grande. Ha inventato, cresciuto e animato il centrodestra per oltre trent' anni. Essere con lui l'altra sera sul palco di piazza del Popolo a Roma è stato bello. Era lì, nonostante tutto quello che ha dovuto subire: calunnie, processi, insulti di ogni genere. Davvero un grande».
Giorgia Meloni.
«Lavoreremo bene e a lungo insieme. Abbiamo caratteri diversi, veniamo da storie politiche diverse. La Lega è nata sui territori, nei comuni, governiamo comuni e regioni da trenta anni quindi abbiamo una solida cultura di governo coniugata con il principio dell'autonomia».
Carlo Calenda
«Mamma mia, l'arroganza fatta persona. Credo abbia vinto l'Oscar per la scemenza più scema della campagna elettorale quando ha detto che i ragazzi dovrebbero studiare solo nei licei, che gli istituti professionali non servono. Io la penso esattamente al contrario».
Enrico Letta?
«Letta stava bene a Parigi. In questa campagna non ne ha azzeccata una. Tra droga libera, ius soli, e reddito di cittadinanza anche agli immigrati dà l'idea di vivere su Marte. Logica avrebbe voluto che fuori dai cancelli delle fabbriche di Mirafiori a Torino non ci fossi stato io bensì lui. Ormai lo votano solo quelli dei salotti radical chic».
Tre parole finali. Fascismo
«Superato, archiviato, dimenticato. Non tornerà, per fortuna».
Lega
«È la mia vita, per me vuole dire certezza, protezione, difesa delle radici e degli ultimi».
Centrodestra
«È il futuro, io penso che per almeno dieci anni avremo l'onore e l'onere di dare certezza e sostegno a questo Paese. Non vedo l'ora che venga domani per incominciare».