Mario Draghi negli Usa, indiscrezioni: la mossa per Giorgia Meloni
Quello che comincerà domani 19 settembre sarà il viaggio più lungo da quando è alla guida di Palazzo Chigi. Quattro giornate piene e dense di appuntamenti, a cominciare dall'Assemblea generale della Nazioni Unite, il piatto forte della nuova trasferta statunitense che segue la visita al presidente Joe Biden del maggio scorso. Mario Draghi partirà per New York lunedì e farà rientro in Italia solo venerdì mattina. Un viaggio che arriva nelle giornate che segneranno le ultime battute di una campagna elettorale di fuoco, dove non sono mancati fendenti e dove, dopo l'ultima conferenza stampa, anche il presidente del Consiglio ha finito per dire la sua. O quanto meno lasciarla intendere, ribadendo da che parte l'Italia deve stare, indipendentemente dal colore politico del governo che verrà.
"Meloni? Di questo tipo di donna...": Elly Schlein, odio-Pd dall'Annunziata
E sarà senz'altro questo uno degli obiettivi di Draghi negli States. Rassicurare gli alleati sulle intenzioni della nuova maggioranza, che sarà con ogni probabilità guidata da Giorgia Meloni, nonostante il voto di Lega e Fratelli d'Italia in Europa a sostegno dell'Ungheria di Orban, consegnare l'immagine di un'Italia forte e pronta a onorare gli impegni assunti, leggi Next Generation Eu. Puntellando appunto la collocazione euro-atlantica, come ha fatto ieri quando, a chi gli chiedeva dello strappo di Meloni e Salvini in Europa sull'Ungheria di Orban, ha risposto con forza che nello scegliere gli alleati bisognerebbe pensare innanzitutto agli interessi degli italiani.
"Orban?": Meloni sotto assedio zittisce la Annunziata, alta tensione
Nelle giornate newyorkesi, Draghi - che per gli americani è "the unitalian" proprio per quel sembrare, quanto meno ai loro occhi, così poco italiano - porterà la visione del governo che ha guidato, saldamente collocato al fianco degli Usa, con una posizione ferma e netta sulla guerra in Ucraina: condanna dell'aggressore, sostegno a Kiev senza se e senza ma, solidarietà al popolo ucraino che passa anche attraverso l'invio di armi, nonostante il terremoto interno che ne è conseguito a Roma e che Draghi ha dovuto fronteggiare.