Luigi Di Maio, ecco come usa la Farnesina contro la destra
Un conto è il candidato Giggino Di Maio che nel cuore dei Quartieri Spagnoli svolazza a mo' di quattro stagioni gigante tra braccia di pizzaioli nerboruti con, sullo sfondo, il motivetto di Dirty Dancing e il commento coreografico di Enzo Paolo Turchi (intervistato da Forrest su Radio1 Rai, lo cazzia sulla presa: «La Carrà l'avrebbe fatta meglio...»). Un conto è il ministro Luigi Di Maio mentre, sulle agenzie, fa balenare il dubbio che Salvini abbia preso soldi dalla Russia, come avvertono gli americani con «io e Draghi siamo sempre in contatto» (e Dio solo sa quanto può incazzarsi Draghi). Un conto è l'autopromozione per aggrapparsi a un seggio; un conto è sfruttare il proprio dicastero per fare autopromozione per aggrapparsi a un seggio. Un conto, insomma, è la strategia elettorale; un conto il decoro istituzionale.
Mi faccia due conti separati, diceva Corrado Guzzanti.
"8 spot". Berlusconi, prima della crisi di governo... cosa sapeva su Draghi?
UNA GIORNATA PIENA - Conti separati. Come le due esistenze schizofreniche che Di Maio sta vivendo in questi giorni: il crepuscolo della sua carriera alla Farnesina con tanto di compulsazione di dossier sulla sicurezza nazionale alla mattina; e la costruzione propagandistica di dossier anti-destra, alla sera. Diamine.
Dev' essere, la giornata del ministro, oltre che psicologicamente spiazzante, faticosissima. Eppure Di Maio continua senza requie. Ieri infatti, parlando del dossier americano sui fondi con cui la Russia avrebbe finanziato partiti politici nel mondo dal 2014, Luigi dichiarava a RaiNews24: «Il presidente Draghi ha sentito il segretario di Stato americano Blinken e continueremo con gli alleati lo scambio di informazioni. Sono arrivati gli aggiornamenti che dovevamo ricevere come Farnesina, consiglio prudenza». "Consiglio prudenza" ha un sottotesto: "Oddio, è vero che Salvini e Meloni non sono manco citati da Blinken ma meglio insufflare più dubbi possibili prima del voto. Si sa mai...".
"Quando lui e Putin...": la bomba di Luigi Di Maio su Giuseppe Conte
E infatti, giusto per l'insufflaggio, ecco Di Maio aggiungere su Salvini: «Troppe ombre nel rapporto Lega-Putin. Nel 2018 bloccammo un emendamento soppressivo che la Lega aveva presentato per eliminare la norma Spazzacorrotti che disponeva il divieto, per un partito italiano, di ricevere soldi ad governi o altri enti stranieri. Perché la Lega voleva ricevere soldi da governi o altri enti stranieri?». Un interrogativo attanagliante. Ed ecco Di Maio ancora rimarcare su Meloni: «Se va al governo ci isolerà dall'Europa, e se ci isoliamo dall'Europa perdiamo i soldi del Pnrr». Ed eccolo, infine suggerire un sillogismo: «Chi ammicca a Putin strizza l'occhio a chi fa salire prezzo delle bollette». Chi ammicca c'impicca. Molti sono i volti di Giggino. Ora, non c'è nulla di male nel cambiare opinione come si cambia fidanzata, casacca, o alleati. Certo, ogni volta che Di Maio fa una tappa elettorale in grisaglia, sguardo draghiano e outfit istituzionale alla morte, be', dal web scatta la giostra dei "meme": Di Maio che chiede l'impeachment di Mattarella, Di Maio con Di Battista in viaggio per unirsi ai gilet gialli, Di Maio sul balcone che grida «Abbiamo abolito la povertà!» pure se la povertà non era stata informata. Più che meme, un memento alla sua superlativa abilità nel riposizionamento. Ma, appunto non c'è nulla di male a mutare angolo di visuale.
LEGGE APPOSITA - Il problema, semmai, è che Di Maio lo fa - unico nel governo Draghi - ferocemente da ministro. Sicché diventano frastornanti, per l'elettore medio, la continua ammuina contro gli avversari, e gli attacchi inconsulti (così poco dimaiani); e la ferma decisione di aprire subito una commissione ministeriale d'inchiesta sui fondi russi ben sapendo che, per allestirla, servono una legge apposita, una maggioranza parlamentare, e almeno un semestre di tempo a disposizione. Di Maio esce ed entra dai ruoli con una velocità strabiliante. Così strabiliante ed estenuante che non stupiva un dato: fino a pochi giorni fa, mentre lui volava sulle pizze il suo partito, Impegno Civico, volgeva in picchiata sotto l'1%....