Dario Franceschini, le ultime "mance" da ministro: a chi vanno 350mila euro
«Sembra la lista di nozze dei coniugi Franceschini», è la battuta al fulmicotone del deputato di Fdi Federico Mollicone. In effetti è come se marito e moglie fossero festeggiati anzitempo per il loro ingresso regale in Parlamento. La commissione Cultura della Camera è stata riunita in zona Cesarini - manco fosse una festa di addio al celibato - per le mance di fine stagione del signor ministro della Cultura. Pani e pesci. Franceschini, vedendo l'approssimarsi del termine del mandato con la conclusione della legislatura, ha mobilitato ogni forza disponibile per spendere l'ultimo milione di euro rimasto in cassa. E ha incaricato una relatrice del suo partito, Flavia Piccoli Nardelli, a incassare il parere favorevole della commissione all'ultimo atto. Spicci per oltre un milione di euro che avrebbero potuto essere decisi anche dal nuovo Parlamento, ma Franceschini aveva fretta. E così si è proceduto con stanziamenti ed esclusioni. Va detto che non si sono udite voci contrarie, a fine legislatura tutti sono più buoni e magari una mancetta non si nega a nessuno. Ma l'esiguità delle somme a disposizione (almeno nella gran parte dei casi) lascia chiedere se davvero fosse necessario il tour de force. Per dirla tutta sono stati esaminati e deliberati persino "stanziamenti" da 5mila euro. In Parlamento, manco fosse un comunello qualsiasi.
CENTENARI E MILLENARI
E così, sono andati pochi quattrini ai comitati peri cento anni di Saverio Tutino e per l'elezione di Papa Urbano VIII. Che cosa ci faranno è difficile da scoprire. Maggior fortuna, con 150mila euro al comitato per il centenario di Italo Calvino o i 60mila versati per celebrare i ben duemila anni dalla nascita di Plinio il Vecchio. Inesorabilmente bocciati i comitati per i 150 anni del Carnevale di Viareggio e persino per gli 80 anni della nascita della Democrazia cristiana. Mica è il Pci... In pratica, si finanziano i centenari o al massimo i millenari. Gli annidi mezzo non sono considerati. C'è di più nella lista Franceschini: 78mila euro sono destinati ad opere di nuova edizione, con 35mila di questi euro si va a finanziare testuale - l'imperdibile "opera omnia di Ugo La Malfa". In pratica la digitalizzazione integrale ed immissione in rete degli scritti, dei discorsi politici, dell'epistolario di La Malfa e del relativo materiale multimediale. Calcolando il parentado, è difficile da capire a quale cifra si punta come obiettivo di fruitori. Altri 315mila euro sono distribuiti a comitati nazionali istituiti nel corso del 2022. Tra questi spiccano 25mila euro cadauno per il centenario delle morti di Giacomo Matteotti e Giuseppe Mazzini (chissà se in questo secondo caso si ricorderà anche il suo Dio, Patria e Famiglia). Con 20mila euro sarà raccontato il secolo trascorso dalla nascita di Pasolini.
LA PROVA NEL VERBALE
Poi, un minuzioso elenco di attività attorno ai diecimila euro di spesa per finanziare ulteriori attività. Certo, con queste cifrette davvero "non si mangia con la cultura" ma nemmeno si cibano le curiosità di chi vuole scoprire pezzi di storia nazionale. È un meccanismo, questo dei finanziamenti alle attività del genere descritto, che davvero offre poco spazio alla conoscenza. Ma dà solo l'idea di voler dare oboli per soddisfare i vari enti promotori ma senza garantire risultati concreti. E poi, la conclusione affrettata della legislatura probabilmente non consente neppure di approfondire che cosa abbiano consentito di scoprire simili finanziamenti pregressi degli anni scorsi. Il lavoro che si svolge negli ultimissimi giorni non consente davvero di poter interloquire seriamente. Prova ne sia il verbale della commissione, che dopo la relazione iniziale non vede ulteriori altri interventi e si approva il tutto così come proposto. Neanche una domanda da parte dei membri della commissione, come se tutto fosse stato stabilito prima, magari in sedi non propriamente istituzionali. Solo la relatrice - concordandolo con la presidente della commissione Vittoria Casa - è riuscita ad ottenere che si mettesse in rilievo la figura di Italo Calvino. Così, a caso. Come se si trattasse di saldi di fine impero.