Stefano Bonaccini, le spese faraoniche della sua Giunta
Social, giornali, radio, tv: la comunicazione in politica oggi è davvero tutto. La parola d'ordine è esserci, controllare, far apparire o apparire, a qualsiasi costo. Lo sa bene la Giunta regionale dell'Emilia Romagna, capitanata dal presidente Pd Stefano Bonaccini. Il governatore modenese, da sempre arruolato nelle file della sinistra, nel tempo ha messo in piedi una vera e propria macchina di informazione che in Italia ha pochi eguali, sia per numero di addetti, sia per costi. Bonaccini non bada a spese. Le cifre impegnate a bilancio per gli stipendi del personale per la comunicazione nel 2021 in Emilia Romagna sono impressionanti: due milioni e centomila euro. Ben 57mila euro in più rispetto al bilancio precedente, dieci volte maggiori a quelle deliberate lo stesso anno dalla Giunta del Veneto, quattro volte in più rispetto a quelle della Giunta del Lazio.
A questi già alti costi, va aggiunto il budget per le campagne pubblicitarie (consulenze, spazi pubblicitari, etc.) pari a un milione e 700mila euro. Nel servizio "comunicazione" emiliano-romagnolo c'è un vero plotone di arruolati: per la Giunta regionale lavorano 9 addetti, tra comunicatori e personale amministrativo, mentre il servizio "informazione" annovera 18 collaboratori tra giornalisti e personale di segreteria. Dunque 27 in totale, due in più rispetto al 2020. Le qualifiche dei singoli sono tutte molto alte, con stipendi più importanti rispetto a quelli dell'Assemblea, in quanto ci sono indennità specifiche per l'Agenzia di informazione. Le competenze dell'ufficio, come viene specificato nella delibera, sono la veicolazione informativa e comunicativa di tutto quanto viene prodotto dagli assessorati e dalle varie direzioni generali. Cosa parzialmente vera, perché nel tempo alcune direzioni generali sono diventate autonome in tema di comunicazione.
Giuseppe Pace è il super dirigente (nel 2018 il suo rinnovo di contratto era di 121,700 euro annui), a capo dell'Agenzia di informazione, cui fanno riferimento gli uffici stampa "esterni" della Regione: Protezione civile e Arpae. Oltre a Pace, appaiono un capo redattore (117mila euro), 4 vice capi redattore (da 86 a 106mila euro), 4 capi servizio, 2 vice capi servizio, 4 capi servizio, 3 redattori esperti e altri redattori. Ma la cosa più bizzarra è che, nonostante questa nutrita squadra all'opera nella macchina comunicativa della sinistra, nel 2018 la Giunta Pd di Bonaccini ha affidato anche un incarico diretto, senza bando, a "Tracce", un'agenzia modenese (che tra l'altro ha avuto un ruolo anche nella campagna elettorale di Bonaccini e quindi pagata con soldi pubblici), di strategia della comunicazione istituzionale. Un incarico da 225mila e 700 euro Iva inclusa, cui si sono aggiunti altri quasi 45mila euro sborsati sempre a Tracce fino al febbraio 2021 per migliorare la comunicazione "rallentata" nel periodo del Covid.
«Da tempo denunciamo gli eccessi di spesa delle amministrazioni di sinistra per la comunicazione», tuona Marco Lisei, capogruppo Fratelli d'Italia per l'Emilia Romagna. «Staff faraonici e milionari, pagati dai cittadini», continua, «e che di anno in anno aumentano. Sia Bonaccini che il sindaco di Bologna Matteo Lepore usano i soldi non solo per promuovere le istituzioni, ma anche il culto della loro persona e, direttamente o indirettamente, del partito». A questo proposito, altri numeri della comunicazione: il Comune di Bologna ha 11 dipendenti, di cui 3 esterni, per un costo annuo di 129.300 euro. Il Comune di Napoli conta un dirigente e 8 addetti stampa. Ma qui, per inghippi contrattuali, sono inquadrati come dipendenti pubblici. Il nuovo sindaco ha poi nominato un portavoce alle sue dipendenze con un contratto di 90mila euro annui lordi. Altri esempi: in capo all'ufficio stampa della Giunta regionale veneta, diretta da Alberto Reggiani, si contano 6 giornalisti, dei quali due in comando di entrata e 4 in ruolo.
Il costo complessivo degli stipendi è pari a 265.226 euro. Le spese deliberate dalla Giunta del Lazio per il servizio di comunicazione in capo a Emanuele Maria Lanfranchi, è di 574mila euro annui. Lo staff annovera 7 unità e tutti, dirigente compreso, hanno contratti a tempo determinato. Tutta un'altra musica rispetto alla Giunta emiliano romagnola. «Anche in questi giorni di campagna elettorale», aggiunge Lisei, «dove dovrebbe esistere una par condicio, il confine tra comunicazione istituzionale e quello politico è spesso superato. Chi cura le loro pagine social? Chi paga gli addetti stampa e fotografi che li seguono negli eventi sia di partito, sia istituzionali? Chi paga i loro comunicati stampa quando non riguardano il loro ruolo istituzionale ma rientrano nel dibattito politico?». Domande lecite visti i costi. Peccato che nessuno potrà mai controllare e saperlo. «L'unica cosa che sappiamo», chiosa il capogruppo FdI, «è che spendono davvero troppo».