Carlo Calenda a Piombino, contestato a muso duro
Brutta aria a Piombino per Carlo Calenda. Il leader di Azione e front-runner del Terzo Polo ha fatto tappa al porto toscano per rilanciare uno dei suoi cavalli di battaglia elettorali, il rigassifcatore. Ad attenderlo, però, decine di cittadini infuriati che, semplicemente, non vogliono l'impianto in casa loro considerandolo pericoloso. "Non fate lo stesso errore di Melendugno: il rigassificatore si farà comunque e Piombino non deve perdere l'occasione delle compensazioni", prova a convincerli Calenda. A cui i residenti contestano un'espressione usata pochi giorni fa: "Mandiamo i militari". Come dire: rigassificatore a tutti i costi.
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"Ma l'ha visto che in Texas è esploso tutto? La smetta di fare campagna elettorale!", ribatte una donna infuriata. Calenda mantiene la calma: "Il rigassificatore è sicuro, in 60 anni mai un incidente. Quando ero ministro avevamo un piano per farne due, Piombino si poteva evitare ma Conte lo cancellò. Adesso è tardi. Mancano 5 miliardi di metri cubi di gas all'Italia e non ci sono alternative". E a chi gli dice che il porto di Piombino non è attrezzato, replica: "C'è anche al porto di Barcellona". "Ma l'ha visto il porto di Barcellona? Le pare che sia come quello di Piombino?", urla a questo punto una signora a pochi centimetri da lui, e sotto l'obiettivo di una telecamera di RepubblicaTv.
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La partita di Calenda non è solo con i residenti contrari, ma anche con il Pd: "Al governatore Giani dico: basta fare melina. I tempi della Via sono incompatibili con l'opera. Il Pd non dica 'sì, ma', mostri cultura di governo. Bene sta facendo Bonaccini". E Giani s'infuria: "Quale melina? Io da aprile lavoro per dare agli italiani un rigassificatore che eviti i razionamenti e a Piombino i progetti che attende da anni. Il 27 ottobre l'autorizzazione finale. Il resto è campagna elettorale".