Roberto Formigoni, la profezia: così il voto cancellerà una legislatura folle
Ormai ci siamo: mancano esattamente tre settimane agli esami di riparazione del popolo italiano, che potrà finalmente correggere (si spera) le scelte azzardate fatte quattro anni e mezzo fa, che ci hanno consegnato una legislatura "folle", contrassegnata da tre governi retti da maggioranze completamente diverse tra di loro e con linee politiche altrettanto opposte.
Draghi avrà un partito a sua insaputa: Formigoni, quello che nessuno dice
Una legislatura nella quale, in qualche modo, abbiamo dovuto affrontare una pandemia non ancora del tutto sconfitta, un'impoverimento continuo dei ceti medio e popolare, una guerra nel cuore dell'Europa, un'inflazione che non si registrava da decenni, e siamo nel mezzo di una crisi energetica che ha fatto schizzare le bollette del gas a livelli altissimi e minaccia la sopravvivenza stessa di una parte significativa del nostro sistema economico. E last but not least, il parlamento ha liquidato anzitempo un governo guidato da un uomo che ancora oggi è rimpianto da più di sei italiani su dieci. Tutto ciò ha prodotto nella popolazione uno sconcerto e uno smarrimento che hanno fatto schizzare alle stelle la sfiducia nella politica (quasi il 90% ritiene la sua scelta elettorale comunque ininfluente!) e porterà a un astensionismo che sarà il più alto di tutta la storia democratica. I sondaggi, per quel che valgono, pronosticano il successo e la crescita costante dell'unico partito che è sempre stato all'opposizione, cioè FdI, seguito a distanza dal Pd coi suoi satelliti, stabile la Lega quasi raggiunta dai 5Stelle, mentre il Terzo Polo in crescita è a ridosso di Forza Italia. Tutti gli altri sono sotto il 3%, e quindi, per il momento, fuori dal parlamento. A Draghi, dopo averlo cacciato, si chiede ora di salvarci dal caro gas e di provvedere a consistenti rimborsi, nonché di convincere l'Europa a fissare un prezzo massimo del gas stesso.
Il filo-atlantismo paga: ecco come leggere il verdetto delle ultime elezioni
Nel frattempo gli editorialisti del Corriere tornano a interrogarsi sull'irrilevanza dei cattolici in politica. Per Galli della Loggia la causa è da ricercarsi nella scomparsa di un'identità forte e unificante, e anche l'azione di Ruini è bollata come l'ultimo fallimento. Io credo invece che proprio il rifiuto di gran parte del mondo cattolico e della stessa gerarchia di seguire la lezione ruiniana ha portato non solo i cattolici ma tutti gli italiani alla situazione attuale. I valori non negoziabili sono stati interpretati solo dal punto di vista morale, non si è voluto vedere la rivoluzione antropologica, devastante come un flagello perché manipola i corpi, corrompe la nascita e la morte, inaugura una prospettiva transumana dove l'uomo e la donna non saranno più se stessi. E il crollo demografico è solo l'ultima avvertenza perché ci si fermi a riflettere. La politica può e deve dare un contributo.