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Pd, l'ultimo candidato che insulta Israele: "Razzismo, superiorità bianca"

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Un altro scivolone dem su Israele. Dopo Raffaele Regina e Rachele Scarpa oggi è la volta di Michele Piras, candidato del Pd nell'uninominale in Sardegna. “Millenni di esistenza della comunità ebraica in Europa hanno prodotto una contaminazione molto importante, precisamente di disvalori, come quelli appunto del razzismo, della supremazia bianca, o insomma di un modo oppressivo di imporre i propri valori, di costruire società chiuse”, avrebbe detto nel 2020 in una intervista a Giovani palestinesi d’Italia. La dichiarazione l'ha tirata fuori Lucio Malan, senatore di Fratelli d’Italia che denuncia sui social come nella stessa intervista Piras abbia rivendicato di “dialogare, oltre che con Al Fatah, anche con il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, considerato ufficialmente organizzazione terroristica da Unione Europea, USA e Canada, e con 'gruppi di azione politica più religiosi’, definizione che fa pensare a Hezbollah, Hamas e jihadisti”.

Accuse che Piras respinge al mittente: "L’antisemistismo non mi appartiene", ha scritto in una nota in cui sostiene che la sua storica vicinanza al popolo palestinese non può essere strumentalizzata per una campagna di distorsione che gli attribuisce pensieri e parole mai dette: "L'esistenza di Israele per me non è in discussione e nemmeno il suo diritto alla sicurezza, e estrapolare frasi da un discorso più ampio è solo un modo dei tanti per fare falsa informazione. Credo nel dialogo, come unico e supremo strumento per dirimere i conflitti, fra questi anche quello israelo-palestinese". A tal proposito, ha ricordato la missione in Palestina nel 2013 in visita alla Knesset per promuovere il dialogo. "La polemica di Lucio Malan è la classica fake news a cui ci ha abituato la destra", accusa di Piras, che si è anche detto pronto a "far valere le mie ragioni in giudizio".

Ma Malan non insiste e punta l'indice anche contro il Partito Democratico. "Com'è possibile che nella schiera dei candidati vi siano non uno, ma parecchi casi di radicale ostilità a Israele e persino alla 'comunità ebraica in Europa’? Con quale criterio sono stati scelti? Quali provvedimenti saranno presi? Possibile che in anni di militanza nessuno nel più strutturato partito oggi esistente si sia accorto di queste posizioni?”. Sulla stessa linea il leader della Lega, Matteo Salvini: "Chi è nemico di Israele, in Italia, in Europa e nel mondo, è nemico della libertà, della democrazia e del sottoscritto".

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