Elezioni, allarme ai seggi: "Occhio a queste mosse", cosa può succedere
Nel centrodestra la mettono giù dura. La sinistra è disperata, dicono, sa di non poter vincere. E quando finisci il fiato per la rimonta, le provi tutte. Sei metodi convenzionali non bastano, passi appresso. Silvio Berlusconi ha perso il conto dei "colpi di stato" denunciati. Sei, sette, otto. Uno di questi risale al 2006, quando l'Ulivo primeggiò di appena 24mila voti. Il Cavaliere chiese il riconteggio delle schede, denunciando brogli ai seggi. La legislatura finì prima che si potesse rimettere mano alle schede elettorali. È vero, oggi c'è un sistema elettorale (il Rosatellum) che semplifica di molto le operazioni di voto e di scrutinio. Però ci sono alcune fasi dello spoglio che restano delicate: la gestione delle schede bianche, l'attribuzione di quelle contestate, la trascrizione dei voti sul registro elettorale. E la sinistra, denuncia Forza Italia, utilizza tutta la ramificazione del suo apparato, avendo sempre un buon numero di presidenti e scrutatori "simpatizzanti", quando non proprio "militanti".
PER I CANDIDATI
Insomma, occhi aperti. Tanto che un intero capitolo del "Manuale del candidato", distribuito da Fi agli aspiranti parlamentari azzurri, è dedicato alla "difesa del consenso". «Le elezioni si vincono dentro ai seggi», spiega il biggino del candidato, ed «è fondamentale che nessun voto vada disperso». Tutto ciò comporta un dispiegamento umano importante. Bisogna «individuare tanti rappresentanti di lista e riunirli più volte per spiegare loro come comportarsi durante lo spoglio per difendere bene i nostri voti, prestando particolare attenzione alle persone che ricoprono questo ruolo per la prima volta e ai rappresentanti di lista più giovani». Non solo. Per contrastare la presenza massiva della sinistra nei seggi, occorre «far iscrivere i propri sostenitori all'albo dei presidenti di seggio e degli scrutatori, affinché, facendo ricoprire a persone oneste questi ruoli, si sia ancora più sicuri che le votazioni si svol gano nel rispetto della legge». In realtà, è tardi. Perché gli albi vengono redatti a settembre-ottobre di ogni anno. Però, come spiega a Libero Alessandro Cattaneo, deputato azzurro e autore del manuale, «molti sindaci, data la singolarità della situazione, potrebbero fare un appello straordinario a chi vuole collaborare». Sin da ora si teme l'effetto-Palermo, quando tanti presidenti e scrutatori si diedero malati: «Dai Comuni si segnalano che non saranno poche le rinunce».
OPERAZIONE MOTIVAZIONALE
I componenti del seggio ottengono un rimborso dallo Stato. I rappresentanti di lista no, al massimo un buono pasto dal partito. Ed è per questo che l'operazione motivazionale è importante. «Noi», aggiunge Cattaneo, «puntiamo ad avere rappresentanti di lista in ogni seggio». Il loro lavoro comincia il sabato, quando si accreditano al seggio e si presentano al presidente fino alla domenica notte. Ed è quella la fase più delicata: «Forniremo loro una spilla di riconoscimento con il simbolo del partito, è una cosa importante», sottolinea Cattaneo, «anche per dare conforto agli elettori e far capire loro che c'è un controllo sulla regolarità del voto». Poi massima attenzione: «Dalla timbratura delle schede allo spoglio. Questa volta non ci sono le preferenze, ma bisogna comunque evitare che si crei il caso, per esempio che si ammucchino le schede. Devono essere scrutinate una alla volta e occorre mettere subito da parte le bianche, annullandole con un timbro, prima che qualcuno ci possa mettere le mani...». Un altro momento importante è la compilazione del registro: «Bisogna vigilare sul conteggio delle schede perché sia coerente con quello che viene trascritto. La stesura non è semplice, può sfuggire qualcosa, in buona fede o in malafede. Anche perché, in caso di verifica postuma, si vanno a rivedere i registri, solo in casi particolari si rimette mano alle schede». Anche Fratelli d'Italia fornisce un vademecum ai rappresentanti di lista. A loro disposizione c'è anche un'app per facilitare il lavoro di controllo. Le indicazioni date da FdI ai propri difensori del voto sono simili a quelle azzurre. In particolare il partito di Giorgia Meloni suggerisce ai suoi di non «abbandonare il seggio» finché il risultato dello scrutinio non sia stato trascritto, imbustato e sigillato.