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Matteo Salvini al Meeting, il gelo: "Si sono sfiorati, nemmeno uno sguardo"
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Sarà stata la confusione, o forse l'imbarazzo. Matteo Salvini e Luigi Di Maio arrivano alla Fiera di Rimini nello stesso, identico momento. I due leader di Lega e Impegno civico fino al 2019 erano colleghi a Palazzo Chigi, entrambi vicepremier nel governo giallorosso del Conte 1. Poi le loro strade si sono divise, salvo riunirsi nell'alleanza allargatissima del governo Draghi. In questo ultimo anno e mezzo, hanno di fatto evitato di confrontarsi e di stuzzicarsi. Due perfetti sconosciuti. Ospiti del Meeting di Cl, prima di salire sul palco, hanno continuato a ignorarsi. La scena però, ripresa dalla videocamera del CorriereTv, è surreale: si trovano a pochi passi uno dall'altro, quasi si sfiorano. Eppure non si degnano di uno sguardo, di un saluto nemmeno accennato. E anche sul palco, è continuato il grande gelo.
Partito il confronto, il vero attrito si è registrato tra Salvini e il segretario del Pd Enrico Letta, a proposito delle sanzioni contro la Russia. "Guardiamo i numeri: teoricamente dovrebbero colpire il sanzionato e costringerlo a fermarsi - sottolinea il leghista -. I numeri delle banche centrali ci dicono che nei primi sei mesi di quest'anno e' successo l'esatto contrario: l'avanzo commerciale della Russia nei primi 6 mesi è di 70 miliardi di dollari. E' il primo esempio della storia in cui il sanzionato ci guadagna". Quindi Salvini insiste: "Io chiedo semplicemente di valutare l'utilità di questo strumento. Uno strumento che doveva dissuadere Putin e la Russia dal proseguire nell'attacco, numeri alla mano, si sta dimostrato uno strumento che favorisce quell'economia".
Il leader leghista infine mette in guardia: "Non vorrei che le sanzioni stessero alimentando la guerra. Mi auguro che a Bruxelles questo ragionamento lo stiano facendo". Su un fronte nettamente opposto il segretario dem: "Le sanzioni sono una scelta europea, vanno prese insieme ai nostri alleati europei. Credo che la cosa peggiore che si possa fare in questo momento è dare segnali di cedimento a Putin", avverte Letta. "Penso che il nostro paese su questo debba essere molto netto e chiaro, mantenere il filo delle sue alleanze europee e internazionali, non cambiare linea perché vorrebbe dire darla vinta a Putin. E abbiamo tutti visto come Putin sta gestendo il rapporto con l'Ucraina e l'Europa creando una condizione di ricatto. Putin sta ricattando l'Italia e l'Europa e al ricatto non si risponde con il cedimento".
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