Laura Castelli, scoppia la rivolta nel Pd: "No grazie, lì non mi candido"
Laura Castelli è diventato un caso dentro il Pd. L'ex grillina era stata paracadutata a Novara per le elezioni del prossimo 25 settembre. All'interno del Pd è esplosa una vera e propria rivolta all'interno della base dem piemontese. La Castelli non è mai stata digerita da quelle parti e di fatto la sua candidatura ha fatto esplodere completamente il Pd. La Castelli è legata a un vecchio episodio di qualche anno fa in cui, come riporta La Stampa, avrebbe insinuato un legame tra l'ex sindaco Piero Fassino e una giovane candidata alle amministrative. Poi la stessa Castelli era stata condannata per diffamazione aggravata. A lasciare intendere quale sia l’umore del Pd piemontese il segretario mentropolitano Marcello Mazzù che ha affermato: "Ne abbiamo già digerite tante, con grande difficoltà e con una buone dose di Maalox, ma questa è dura da mandare giù".
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Ma non è finita qui. La vicesegretaria Dem piemontesi Paolo Furia e Monica Canalis hanno mandato un messaggio chiarissimo a Letta parlando della "forte preoccupazione dei militanti del territorio nei riguardi dell'ipotesi di sacrificare candidature territorialmente forti per fare spazio a figure alleate particolarmente divisive. Scelte di questo tipo - hanno avvertito - rischierebbero di compromettere l'entusiasmo e la partecipazione di molti militanti".
Parole di fuoco che hanno costretto il Pd romano alla retromarcia. E nella bacheca di Letta si è aggiunta un'altra figuraccia in questa campagna elettorale. È stata poi la stessa Castelli a tirarsi indietro: "Scopro dai giornali che sarei candidata all'uninominale di Novara. No grazie, "casa mia" è Collegno. Se la coalizione ha fatto altre scelte, ne prendo atto e in pieno spirito di squadra darò il mio contributo nei plurinominali di Impegno Civico". Insomma nel Pd la tensione resta ancora alta.