Pier Ferdinando Casini, "candidarlo è una pugnalata al petto". L'attacco dal cuore del Pd
Non tira una gran bella aria a Bologna, per Pier Ferdinando Casini. Candidato per il Pd, sì, ma con mezzo partito contro e il resto della coalizione di centrosinistra che manda giù a fatica la presenza ingombrante del decano del Parlamento italiano, l'ultimo dei democristiani nonché ex alleato (sia pure in tempi ormai lontani) di Silvio Berlusconi.
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Indicativa, per capire l'umore della "base", l'intervista della Stampa a Paolo Romano, romano di nascita trapiantato a Milano, 26 anni, il più giovane candidato in assoluto dei dem alle politiche del 25 settembre (nel collegio di Milano). Da una parte lui, che si definisce "un nerd, amo i giochi da tavolo e mi muovo in bici", dall'altro quel vecchio volpone di Pierferdy, che a 66 anni e 10 legislature (10 volte alla Camera, la prima nel 1983, e due volte a Palazzo Madama) non ci pensa nemmeno a lasciare la cadrega.
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"Enrico Letta - premette il giovane Romano - ha mostrato più di tutti un'apertura generazionale. Abbiamo capito che non serve chiedere spazi ma andare a prenderseli. Così, abbiamo portato nell'agenda del partito il matrimonio egualitario, la tampon tax, la legge 'lo stage non è lavoro'. E ora puntiamo a una rappresentanza in Parlamento". Le possibilità di venire eletto, a differenza di quelle di Casini, sono poche. Non a caso, proprio a lui pensa quando dice che "il Pd poteva fare di più". Quella dell'ex presidente della Camera, spiega senza troppi giri di parole, "è una candidatura che non condivido, non rappresenta il territorio. Così come credo che Di Maio non debba stare in una coalizione progressista". Quindi invoca maggiore "trasparenza": "Le cose vanno dette. Dire che Casini e Di Maio sono una coltellata nel petto non è un'offesa, ma un modo per far capire chi siamo".
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Un po' più ironico Pippo Civati, ex compagno di scalata di un giovane Renzi alla "ditta" del Pd bersaniano, quindi suo avversario, infine transitato nella Sinistra con il suo movimento Possibile e poi lontano dalla politica romana. Anche lui, milanese, sarà candidato a Bologna da capolista al plurinominale della lista Sinistra-Verdi alleata del Pd. Nel collegio uninominale di Bologna si creerà un meccanismo dovuto alle regole della legge elettorale, per cui gli elettori di Sinistra-Verdi, e quindi di Civati, voteranno automaticamente all'uninominale per Casini, in una sorta di gemellaggio elettorale che sarebbe stato impossibile immaginare fino a qualche anno fa. "Io sono l'antidoto a Casini", scherza Civati con l'agenzia Ansa.