Giorgia Meloni, indiscreto Cerasa: "Il nome del suo ministro dell'Economia", terremoto politico
Lo "scacco matto" di Giorgia Meloni. Un retroscena di Claudio Cerasa sul Foglio illumina la strategia della leader di Fratelli d'Italia per arrivare a Palazzo Chigi e, soprattutto, restarci a lungo: piazzare un ministro tecnico al Tesoro, stimato e per così dire "bipartisan", per dare garanzie al Quirinale, all'Europa e ai mercati. Certo, il dubbio è lecito: il Foglio è ormai da tempo tutto tranne che filo-centrodestra e Cerasa regala in egual misura colpi di carota e bastonate alla Meloni. Tuttavia, lo scenario descritto è verosimile, e certamente deflagrante.
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Una vittoria di Fratelli d'Italia il 25 settembre viene definito in rapida successione "un possibile pericolo per l'Italia, un probabile pericolo per l'economia, un plausibile pericolo per le istituzioni". E per finire "un guaio per l'Europa". Insomma, un cataclisma. Da qui parte Cerasa per imbastire il suo ragionamento: a fronte di dossier gravissimi che peseranno sul destino del governo in autunno, dalla crisi energetica alla recessione, dall'inflazione alle riforme del Pnrr da ultimare, il ruolo del prossimo ministro dell'Economia sarà cruciale. "Niente ministro alla Paolo Savona, che come ricorderete portò all'iniziale rottura tra la coalizione gialloverde e il capo dello stato nella primavera del 2018; niente ministro politico, come potrebbe essere per esempio una figura alla Giulio Tremonti".
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La Meloni, suggerisce il Foglio, punterà tutte le sue carte su una figura tecnica "capace di garantire continuità con il lavoro fatto dal governo Draghi, capace di presentarsi in Europa come una figura affidabile e capace di muovere i fili giusti per schivare gli eventuali cortocircuiti che potrebbero essere generati dall'incrocio tra sovranismo e mercato". I nomi in ballo? Uno è quello di "uno stimatissimo banchiere centrale come Fabio Panetta". O addirittura, colpo di scena, "l'attuale ministro del Tesoro, Daniele Franco, la cui eventuale conferma avrebbe un impatto notevole non tanto per le caratteristiche del ministro quanto per il messaggio che la mossa rappresenterebbe, essendo il Mef la struttura che governa il crono-programma del Pnrr". Un segnale di continuità da spedire sia a Sergio Mattarella sia alle varie cancellerie e Palazzi del potere internazionali, che metterebbe tranquilli Casa Bianca, Bruxelles, Strasburgo e pure Francoforte. E, a livello politico, un modo per disarmare la propaganda "terroristica" del Pd.
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