Matteo Salvini alla Versiliana: "Mi candido a Milano. Iva al 5% sui beni di prima necessità"
"Niente casini come il Pd". Matteo Salvini, segretario della Lega, interviene al Caffè de la Versiliana a Marina di Pietrasanta, tradizionale appuntamento politico e culturale dell'estate, e non può non parlare di liste elettorali: "Penso che mi candiderò nella mia città (Milano, ndr) ma mi hanno chiesto di spendermi anche in altre regioni, penso alla Calabria, alla Puglia. Sto lavorando alle liste, abbiamo fatto il 99% del lavoro. Credo che sinceramente non ci saranno i casini che ci sono stati in casa Pd".
Quindi un altro affondo polemico contro il Nazareno: "Mancano solo 39 giorni al voto e li voglio riempire di contenuti. Si vota, non per scelta nostra ma di qualcun altro, solo la domenica del 25 settembre, mentre alle ultime elezioni si è votato anche di lunedì. Ora si vota solo la domenica, perché, a pensare male, magari qualcuno della sinistra pensa che meno gente va a votare, meglio è... Io penso invece che una marea di italiani andrà a votare per stare tranquilli per cinque anni".
Salvini guarda già avanti, a quando il centrodestra andrà (stando ai sondaggi attuali) al governo: "Bisogna vincere le elezioni prima di proporre i ministri - premette -, ma due o tre figure fondamentali, penso ai ministro di Esteri, Economia e Giustizia, sarebbe positivo presentarle agli italiani prima del voto". "Io le mie idee sui nomi le ho". E proprio sulla giustizia, un po' come Silvio Berlusconi, Salvini avverte: "Senza una profonda, condivisa, e radicale riforma della giustizia l'Italia non sarà mai un paese moderno".
C'è poi spazio per la riforma delle pensioni, già cavallo di battaglia leghista fin dai tempi di Quota 100, ormai archiviata: "Mio dovere morale è azzerare una volta per tutte la legge Fornero e avviarsi verso Quota 41. E' una grande operazione di equità sociale". Tra i primi provvedimenti che il centrodestra varerà una volta arrivato al governo, però, ci potrebbe essere l'Iva al 5% per i beni di prima necessità. "Un intervento che avevano chiesto a Draghi, che ha costo di un miliardo a trimestre, e quindi tranquillamente affrontabile, è l'azzeramento dell'Iva sui beni di prima di necessità, per pane, latte, pasta, frutta e verdura. Non ha ritenuto di affrontarlo il governo uscente sarà uno dei primi punti del prossimo governo di centrodestra".