Pd, la frase del big tradito che rivela tutto: "Qui i sondaggi..."
C'è il grande escluso, Pierfrancesco Maran, il grande beffato, Emanuele Fiano e il grande paracadutato, Gianni Cuperlo. Poi c'è mezzo partito democratico milanese in rivolta contro Enrico Letta e le scelte fatte nella composizione delle liste elettorali, che anche questa volta non hanno tenuto conto delle tre vittorie di fila del centrosinistra in città. Anzi all'uninomilale il Pd rischia di cedere tutti i posti a candidati di coalizione. L'unica che si è "salvata" è la segretaria metropolitana Silvia Roggiani, scelta da Letta in persona per guidare i volontari in campagna elettorale e candidata capolista in una delle due circoscrizioni di Milano. Per lei seggio sicuro alla Camera, così come dovrebbe esserlo quello dell'uscente Lia Quartapelle.
Per il resto il partito milanese è stato sostanzialmente ignorato o messo in posizioni molto scomode. Il primo è il caso di Pierfrancesco Maran. Il suo nome è stato sul tavolo della segreteria nazionale fino all'ultimo, ma alla fine è stato scartato. Una bocciatura che fa male, soprattutto se si considera che è stata candidata, ma a Cremona, una sua ex collega Critina Tajani, che nonostante sia quarta, potrebbe avere buone chance, visto che davanti a lei ci sono Carlo Cottarelli - che dovrebbe vincere il collegio uninominale- e Simona Malpezzi, pure lei favorita a Brescia. Così si libererebbero i posti per Franco Mirabelli e appunto l'ex assessore milanese. Insomma per Maran forte delle sue oltre 9mila preferenza alle Comunali dello scorso anno - si tratta di una vera e propria stroncatura.
"Lo avete votato voi, io no": l'ira di Letta sul Pd, la frase che fa esplodere tutto
LO SFOGO Che non è piaciuta affatto a Daniele Nahum, consigliere comunale del Pd, che non le ha mandate a dire: «È stato assurdo non candidare né Maran, né nessun altro del Comune, presentando peraltro nel collegio del Senato in bilico un parlamentare di Bergamo.
Tutto questo denota la scarsa attenzione nei nostri confronti», si sfoga Nahum, che prosegue: «Letta è riuscito a fare liste peggiori di Renzi nel 2018.
Sul nostro territorio- e dappertutto- ha confermato l'esistente. Come eletti di Milano avevamo dimostrato una straordinaria comunione di intenti, chiedendo che dopo tre vittorie un rappresentante di Palazzo Marino potesse rappresentarci a Roma». Invece «Sono state fatte fuori deputate e deputati che si sono battuti per i diritti per gente come Casini, un personaggio pare ora fondamentale dopo che è stato un pilastro dell'epoca berlusconiana. Non ho davvero parole».
"Accetta la candidatura". L'appello disperato di Letta, chi supplica
LA SUPER SFIDA Il caso "difficile", per non dire impossibile è invece quello di Emanuele Fiano, decano dei parlamentari dem milanesi, coi quali siede a Roma ininterrottamente dal 2006. Da settimane si vociferava di un suo siluramento, che è arrivato solo a metà. Alla fine è stato candidato (senza il paracadute del proporzionale), all'uninominale al Senato che comprende tutti (o quasi) comuni a trazione centrodestra, da Sesto San Giovanni a Senago, Cinisello, Cusano Milanino, Cormano e Bresso. Dal Pd definiscono il collegio "contendibile" perché, dicono, lo svantaggio rispetto al centrodestra è inferiore ai 5 punti, ma il primo a sapere che sarà dura è proprio Fiano: «Il mio partito mi ha chiesto di candidarmi in un collegio del Senato difficile, se non peggio, nel senso che i sondaggi lo danno vincente per il centrodestra, io ho accettato questa sfida», scrive il dem su Facebook. «Così io intendo la mia militanza politilakbai ca. Avere ideali ed obiettivi alti, avere la passione di combattere per questi sempre, comunque. Mi batterò con tutta la mia forza, per ribaltare quei sondaggi e quelle proiezioni».
GLI ALTRI NOMI Passiamo al capitolo "paracadutati". Il primo è il segretario del Pd Enrico Letta che si candida capolista a Milano (e in Veneto) nella circoscrizione Lombardia 1. Alle sue spalle c'è la già citata Quartapelle e poi un altro romano, l'ex segretario Gianni Cuperlo. Sempre a Milano l'altra capolista è Silvia Roggiani che avrà alle sue spalle il vice ministro agli Interni Matteo Mauri. A Como si candida Chiara Braga membro della segretria nazionale, mentre a Bergamo tocca al segretario regionale del Pd Vinicio Peluffo. Il ministro della difesa Lorenzo Guerini è capolista nella circoscrizione Lodi, Pavia, Cremona, Mantova. Candidati anche due consiglieri regionali: Gianni Girelli e Antonella Forattini. Per il Senato il nome forte è quello di Carlo Cottarelli. L'economista si candida all'uninominale a Cremona, ma avrà il paracadute del proporzionale. Sempre nel proporzionale arrivano le conferme per Alessandro Alfieri, Franco Mirabelli e l'attuale capogruppo Simona Malpezzi. Nell'uninominale a Milano ci sarà il vice ministro dell'Economia Antonio Misiani e a Cologno Monzese dovrebbe correre Tommasi Nannicini. «L'obiettivo è confermare il numero dei parlamentari della scorsa legislatura e magari aumentarli- confessa a Libero Vinicio Peluffo -. Puntiamo ad essere il primo partito in Regione Lombardia. E il fatto di avere candidato qui Enrico Letta significa che siamo il cuore della campagna elettorale del Pd». Perla cronaca la scorsa legislatura il Pd aveva a Roma una pattuglia formata da 12 deputati e sei senatori.