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Luigi Di Maio, fallimento totale a "casa" sua: chi lo ha superato

Paolo Brambilla
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In tutti i ricevimenti nuziali c'è sempre quel parente che non sai dove piazzare, a quale tavolo appiopparlo. Vale anche per l'incredibile matrimonio estivo tra il Pd e Luigi Di Maio: Enrico Letta sta cercando l'anfratto per piazzare la candidatura dell'ex grillino, ma Giggino non suscita entusiasmi in nessuna latitudine dell'Italia. Nemmeno a casa sua. Certo, non è difficile da immaginare dopo aver chiamato il Pd "partito di Bibbiano", chiesto lo stato d'accusa per Sergio Mattarella e riempito di improperi i democratici per anni e anni. Il ministro degli Esteri non porta in dote nemmeno un voto, lo sottolinea anche un recente studio dei flussi sui social network condotta da Spin Factor, che ha realizzato un report attraverso la propria piattaforma web, Human, che si serve di un algoritmo a base semantica italiana per monitorare le discussioni online degli utenti.

 

 

 

STUDIO DEI FLUSSI

Bene, da questi flussi emerge che in Campania Di Maio è l'ultimo classificato tra i politici nazionali nel sentiment degli elettori. Silvio Berlusconi guadagna il 3,47% rispetto al dato nazionale. Il primo posto è invece occupato da Giorgia Meloni (che guadagna anche un 1,14% sul dato italiano) seguita a ruota da Giuseppe Conte (che in Campania viaggia con il 2,96% in più sul sentimet generale). Se vanno maluccio Carlo Calenda e Matteo Salvini, è eclatante il dato del ministro degli Esteri. Non è solo ultimo, ma rispetto al dato nazionale guadagna solo un misero +1,30% in Campania. Insomma, gli elettori proprio non vogliono Giggino 'o scissionista. Lo dicono i sondaggi che danno la sua lista su percentuali irrisorie, lo dice anche il clima all'interno del Pd napoletano. I dirigenti lo vedono addirittura come una minaccia: oltre a sottrarre un potenziale seggio, rischia di pesare come un macigno sulle percentuali del collegio partenopeo dove sarà candidato. Non è ancora partita la rivolta piddina (come invece accaduto in Emilia Romagna, Letta in persona è stato costretto a smentire la candidatura di Di Maio nel collegio emiliano). Ma in Campania militanti e segretari di circolo hanno già una lettera pronta da inviare al Nazareno e dare in pasto ai social. «Come facciamo a chiedere il voto per Di Maio», si chiede ad esempio un dirigente dem di Ercolano. Insomma, una zavorra che rischia di far colare a picco anche le percentuali piddine in quel della Campania.

 

 

 

PRIME AVVISAGLIE

Le prime avvisaglie di questo sentiment negativo sui social, in ogni caso, si erano registrate già nelle scorse settimane e all'indomani della scissione dal Movimento 5 Stelle. Basta andarsi a fare un giro sui profili Fb dei vari fedelissimi dimaiani in Campania come la consigliera Valeria Ciarambino o i parlamentari Vincenzo Presutto, Luigi Iovino e Alessandro Amitrano giusto per citare i più conosciuti. Ogni post è corredato da una montagna di critiche, insulti e dimostrazioni di profonda delusione. Facciamo qualche esempio. La Ciarambino ha pubblicato il simbolo di 'Impegno civico' il primo agosto. Ecco i commenti: "Che delusione", "hai perso punti", "che disastro", ridicoli", "è giunto il momento di togliere il like" e così via. Presutto, senatore di San Giovanni a Teduccio, storico quartiere rosso di Napoli, solo ieri ha pubblicato la sua foto con il simboletto con l'ape. Ecco come è stato accolto: "Per carità", "Sempre Conte", "che bello sapere che tra poco in Senato non ci sarai più", "viva il M5S", "un altro attaccato alla poltrona". Un successone. Insomma, tra sondaggi negativi, ex elettori infuriati e quest' ultima analisi social di Spin Factor la popolarità di Di Maio è colata a picco e la sua impopolarità pesa sul centrosinistra. Una vicenda che non è passata inosservata né al Nazareno, né tra i dem locali e, pare, nemmeno a Palazzo Santa Lucia, con un Vincenzo De Luca diventato improvvisamente freddo nei confronti dei dimaiani dopo una prima sbandata d'amore politico. Rischia di ritrovarsi in un vicolo cieco? Chissà. Perso l'accordo con il M5S e guadagnato quello con Di Maio in casa Pd circola un vecchio adagio napoletano: "Scarta fruscio e piglia primera". 

 

 

 

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