Carlo Calenda-Matteo Renzi, la simulazione: ininfluenti il 25 settembre
"Bulli e illusi". Titola così Dagospia riproponendo l'articolo di Niccolò Carratelli per la Stampa che, simulazioni alla mano, smonta le velleità del Terzo Polo di impedire alla destra di vincere le elezioni. I bulli e illusi sono Carlo Calenda e Matteo Renzi che, secondo l'analisi di YouTrend, in collaborazione con Cattaneo Zanetto, se anche riuscissero nell'impresa di superare il 10% (cosa che in questo momento appare impossibile) non sposterebbe gli equilibri al punto da impedire la vittoria di Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Del resto sono solo 14 i collegi in cui oggi il vantaggio del centrodestra sul centrosinistra è inferiore alla percentuale di cui è accreditata l’alleanza tra Azione e Italia Viva (in media tra il 5% e il 6%). Sono concentrati soprattutto nelle grandi città (Roma, Milano, Torino e Genova) e in Toscana. Stesso discorso al Senato, dove i collegi uninominali sono più grandi e solo in 5 il Terzo Polo risulterebbe decisivo per la sconfitta di Letta e compagni: a Roma, in Toscana e in Romagna.
"Quanto vale davvero il suo partito": Calenda, il sondaggio-choc che cambia tutto
Precisa Lorenzo Pregliasco di YouTrend: "Mettiamo che arrivano davvero al 10% e questi voti in più che prendono, circa un milione, li levano tutti a Forza Italia e al centrodestra" tornerebbero contendibili solo 14 seggi alla Camera e 8 al Senato. In molti casi si tratta di collegi del Sud, da Bari a Palermo, da Potenza a Cagliari. Poi un paio di municipi di Roma, i collegi di Cologno Monzese e Sesto San Giovanni, quelli di Aosta e Parma, ma anche Rimini e Trieste. Il punto è che, nella situazione attuale, ci sono 114 collegi con una chiara tendenza favorevole al centrodestra a Montecitorio e, con il terzo polo al 10%, diventerebbero 100: 3 collegi li vincerebbe il centrosinistra e in 11 i giochi sarebbero riaperti. Proporzione simile per palazzo Madama: il centrosinistra guadagnerebbe solo due seggi e altri 6 tornerebbero in bilico. "Anche nella migliore delle ipotesi, riuscendo a sottrarre tutti quei voti a Berlusconi, Salvini e Meloni", spiega Pregliasco, il centrodestra resterebbe nettamente maggioritario, con 240 deputati e 120 senatori". Insomma, l’obiettivo della "non vittoria" di Meloni, del sostanziale pareggio senza una netta maggioranza in Parlamento, appare lontano.
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