Matteo Salvini, l'affondo: "Da noi la democrazia, a sinistra il gratta e vinci"
Ormai non è più un mistero: il partito che ottiene più consensi sceglierà il candidato premier. Dopo che Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni hanno rotto il silenzio, anche Matteo Salvini dice la sua: "Se prende un voto in più la Meloni, il premier lo fa Giorgia Meloni. Se prende un voto in più Matteo Salvini, lo fa Matteo Salvini. Più chiaro, bello e lineare di così non si può". Le parole del leader della Lega, impegnato in una visita alla sede di Telefono Donna Onlus nell'Asst Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano, arrivano dopo la reunion del centrodestra. Qui, nei giorni scorsi, Fratelli d'Italia, Carroccio e Forza Italia hanno fatto il punto della situazione sulle elezioni, Palazzo Chigi compreso.
"Questa - prosegue - è la democrazia. Dall'altra parte invece c'è il gratta e vinci tra Letta, Renzi, Calenda, Di Maio, Bonino, Speranza, Conte, Fratoianni e chi poù ne ha più ne metta". Per l'ex ministro, infatti, il centrosinistra non fa altro che litigare. A differenza del centrodestra, che ha quasi concluso il programma. "È fatto - conferma Salvini -, mancano i nomi e ci arriviamo a cavallo di Ferragosto. Mentre di là io non ho capito quanti sono i candidati e quali sono le alleanze".
Di certo tra gli obiettivi del leghista c'è quello di estendere la Flat Tax al 15 per cento anche a lavoratori dipendenti e pensionati in cinque anni, "partendo da chi guadagna di meno". Ma anche "l'azzeramento della legge Fornero" per aprire spazi di lavoro ai giovani. "Ogni giorno - conclude - ricevo centinaia di segnalazioni di cittadini disperati a cui stanno arrivando cartelle di Equitalia. Lo stop definitivo alla legge Fornero - che rientrerebbe in vigore dal primo gennaio - sarebbe poi necessario per l'avvio del percorso che nei prossimi cinque anni potrebbe portare a quota 4".