Famiglie a reddito fisso: le più colpite dall'inflazione. L'analisi di Andrea Pasini
Le spese «obbligate», quali casa, trasporti e alimentari, non permettono a milioni di famiglie di risparmiare secondo uno studio di Legacoop-Prometeia. Un dato molto importante, soprattutto a fronte dei numeri relativi all’inflazione di questo periodo.
Sono proprio le famiglie a reddito fisso a subire gli effetti più pesanti di un’inflazione la cui corsa, iniziata nel 2021, è proseguita fino a raggiungere l’8% a giugno di quest’anno (per poi flettere di un decimale, al 7,9%, nel mese di luglio) dovuta per più di metà alla componente energetica, ma in larga parte oramai anche agli alimentari e alla componente più core, ad esempio con una veloce crescita dei prezzi dei servizi legati al turismo. E mentre molte imprese riescono a scaricare a valle l’aumento dei costi, le famiglie a reddito fisso stanno sperimentando una fortissima decurtazione del loro reddito reale, se si considera che un’inflazione dell’8% per un anno intero equivarrebbe alla perdita di potere d’acquisto di una mensilità.
Ci troviamo a fare i conti con una vera e propria emergenza economica. Dopo le revisioni dei prezzi dei mesi scorsi, ora l'aumento dei costi si sta riversando ulteriormente sui consumi. E solo famiglie a reddito medio alto sembrano in grado di affrontare la situazione.
L’indagine evidenzia infatti come, durante la pandemia, sia aumentata la propensione al risparmio con un quasi raddoppio dei flussi nel 2020 rispetto alle medie degli anni precedenti la pandemia (dall'8,0% del 2019, pari a 93 miliardi, si passa al 15,6%, pari a 175 miliardi) ed un livello ancora molto elevato nel 2021 (12,4%, pari a 153 miliardi). Un comportamento determinato non solo dall’impossibilità di fruire di molti beni e servizi a motivo delle chiusure, ma anche perché le famiglie, spaventate dall’eccezionalità della situazione, hanno accantonato di più a fini precauzionali, favorite anche da un supporto molto ampio della politica di bilancio a sostegno di famiglie, imprese e occupazione. Una tendenza che è proseguita anche nei primi mesi del 2022.
Questo genera un divario importante nella popolazione, come già si era previsto durante il primo lockdown. I ricchi continuano ad arricchirsi e i poveri diventano sempre più poveri. Date queste condizioni, è necessario avviare urgenti politiche di protezione sociale eccezionali che vadano nella direzione di placare questa emorragia. Altrimenti ci troveremo a far fronte a una crisi sociale senza precedenti.