In Onda, Di Maio blindato dal Pd? Come rosica Calenda: da godere in diretta tv
Scende a patti, Carlo Calenda. Il leader di Azione, alla fin della fiera, si allea con il Pd: l'intesa con Enrico Letta nel pomeriggio di oggi, martedì 2 agosto. Un'intesa che prevede vincoli molto precisi sui collegi uninominali: tra questi, quello di non candidare ex M5s. Un nome su tutti: Luigi Di Maio, il ministro degli Esteri contro cui Calenda ha quasi costruito una carriera politica. Sono infatti lunghi anni che lo attacca, giorno dopo giorno, senza soluzione di continuità (con le sue buone ragioni, ammettiamolo).
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E Calenda è ospite di Luca Telese e Marianna Aprile a In Onda, su La7, proprio poche ore dopo l'accordo. Ed in queste poche ore si è capito che Di Maio, comunque, dovrebbe trovare la via che lo riporterà al Parlamento: tutto grazie al Pd, che dovrebbe candidarlo sfruttando il cosiddetto "diritto di tribuna" in posizione che dovrebbe garantirgli la rielezione.
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Su questa vicenda, Telese, chiede un parere a Calenda: "Di Maio nella lista del Pd. Come lo commenta?". "È una questione di serietà. Siamo partiti diversi: con valori comuni e linee diverse. Se Letta vuole mettere Di Maio nelle liste del Pd, sono cose che riguardano il Pd. L'importante è che non lo metta in un collegio uninominale - slalomeggia Calenda -. Il punto è che all'elezione nell'uninominale partecipano tutte le persone. E io non desidero, perché sarebbe in contraddizione con quello che dico da cinque anni, contribuire all'elezione di Di Maio - rimarca -. Se gli elettori del Pd si sentono convinti, perché il segretario ne è convinto, che Di Maio nelle liste del Pd sia un valore aggiunto, non sono fatti miei", conclude un Carlo Calenda a cui, in tutta onestà, la vicenda sembra piuttosto bruciare.
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