Licia Ronzulli "colf sovranista": insulto classista, ma a sinistra tutti muti
L'eccesso di zelo dei convertiti è una trappola letale, ci cascano anche uomini navigati e (nella vita precedente) accorti. Gente come Osvaldo Napoli, per una vita seconda fila del berlusconismo, oggi seconda fila di Azione. Nella foga di imitare il principale Calenda (un tipino che se non accende sei polemiche social al giorno, a costo di fare politica nei ritagli di tempo, va a letto di malumore), l'onorevole (poco) sabaudo ieri si è lasciato scappare la frizione contro una dirigente del suo ex partito. «Vedo molto bene Licia Ronzulli nelle vesti di una colf assunta con contratto regolare in casa dei sovranisti». La cameriera di Salvini, la donna di servizio della Meloni, al massimo la governante nella villa in Florida di Trump, se mai coltivasse velleità internazionali.
DEFICIT STRUTTURALE
Con tutto il rispetto per il mestiere in questione (che Napoli evidentemente non ha, altrimenti non ci costruirebbe una battuta sminuente e liquidatoria), è evidente che qui si vuole colpire una donna che fa politica da un quindicennio, attualmente in posizioni apicali, relegandola a un ruolo che nell'immaginario è tipicamente femminile e subordinato. Se sei donna e non la pensi come lui, non sei una politica che compie scelte diverse, sei una non-politica, la collaboratrice domestica di qualcun altro, peraltro impresentabile per definizione. È la vecchissima storia della superiorità morale della sinistra, o di chi si allea con essa, che gratta gratta è anche superiorità ontologica: gli altri, quelli fuori dall'accozzaglia dei Democratici e Progressisti, hanno un deficit strutturale.
Se di sesso femminile poi, la damnatio è doppia: il Pd e i suoi satelliti, i più femministi nella retorica, sono da sempre i più misogini nella sostanza (non a caso l'unico leader di partito donna sta a destra, senza bisogno di alcuna quota rosa, e saLicia Ronzulli è senatrice di Forza Italia rà così per anni luce ancora). Tutto questo armamentario edificante si chiama egemonia politicamente corretta, i suoi corollari si chiamano ipocrisia e doppiopesismo, e adesso che Napoli non frequenta più bavosi destrorsi può goderne appieno, può apprezzare tutti i vantaggi di avere il mainstream dalla propria, di giocare con la stessa casacca dell'arbitro. Non si spiegherebbe altrimenti, per esempio, perché solo qualche giorno fa è stato montato uno scandalo nazionale sulle parole di Marco Marsilio, governatore FdI dell'Abruzzo, che aveva usato l'indubbiamente infelice espressione "dai festini di Arcore a statiste", per riassumere il percorso di Mariastella Gelmini e Mara Carfagna, da Forza Italia ad Azione. «Lei dimostra di essere un piccolo troglodita», tuonò colmo d'indignazione precotta Calenda su Twitter.
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Ieri abbiamo scorso a più riprese il suo profilo, ma al momento in cui questo pezzo va in stampa non solo non risulta alcun "troglodita" rivolto al compagno di partito, ma nemmeno un rimbrotto, un buffetto, un cinguettio che lo invitasse gentilmente ad archiviare il maschilismo da caserma nella polemica politica. Casomai il leader di Azione ha fatto peggio di Napoli: infatti ha rincarato la dose citando le mitologiche "cene eleganti" a casa di Berlusconi. Riassumendo: mortificare le donne che fanno politica con allusioni gratuite e impolitiche è esecrabile, ma solo se le donne in questione escono da Forza Italia per andare con un papabile alleato del Pd. Se rimangono in Forza Italia, rutto libero. I festini di Arcore no, la colf dei sovranisti sì. Marsilio buzzurro da osteria, Napoli eroe del libero pensiero.
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ORWELL INSEGNA
Siamo ancora e sempre a Orwell, ultimo capitolo della Fattoria degli Animali, la distopia comunista realizzata: "Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri". Nessun editorialista pensoso, nessuna femminista talebana, nessun commentatore con la bandiera arcobaleno nella foto profilo leva una sillaba per Licia Ronzulli, ridotta a colf di altri da un collega maschio. Perché sì, Licia Ronzulli ha incidentalmente l'utero, ma non è una Donna nel senso pieno, compiuto, accettabile nella buona società. È una donna minuscola, che si permette di stare a destra, irrimediabilmente meno donna delle altre.
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