Mara Carfagna, l'ultimo schiaffo a Berlusconi: "Con chi mi candido"
Dopo l'addio a Silvio Berlusconi e a Forza Italia, Mara Carfagna ha deciso di candidarsi con Azione di Carlo Calenda. In una intervista al Corriere della Sera, il ministro per il Sud spiega la sua decisione di lasciare il partito del Cavaliere dopo 18 anni di militanza in seguito alla caduta del governo Draghi. "La scelta più difficile, anche umanamente per la riconoscenza che devo a Berlusconi, è stata quella di lasciare FI. Il passo successivo è stato più semplice. Oggi formalizzerò la mia candidatura con Azione di Carlo Calenda, che rappresenta a mio giudizio l'unica proposta politica capace di salvare il Paese da una nuova stagione di estremismi".
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La Carfagna rivela, in merito al suo rapporto con il Cavaliere: "Ho avuto una lunga conversazione con Berlusconi, che ha speso bellissime parole di apprezzamento per il mio lavoro. La stima reciproca rimane intatta. Ma non potevo restare in un partito che, davanti a una scelta di crisi, tra salvare il Paese ed esporlo a un'ennesima avventura, prende la seconda strada senza neanche chiedere: quali sono i rischi per le categorie, per le imprese? Che succede al Piano di Ripresa se revochiamo la fiducia?". Carfagna che definisce "un'incognita" la capacità di Giorgia Meloni di saper governare, sottolinea poi a proposito dei rapporti della Lega e FdI con Russia e Ungheria: "Nel 2018, il Contratto di governo stipulato dalla Lega con i Cinque Stelle definiva la Russia 'interlocutore strategico'. Le relazioni di Salvini e Meloni con Viktor Orbán, che in questo momento è una sorta di quinta colonna russa in Europa, non sono mai state interrotte. L'ambiguità è nei fatti, non è un'opinione, e ogni timore è fondato".
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Azione, invece, conclude la Carfagna, "ha una proposta europeista, liberale, garantista, fedele al patto europeo e occidentale, capace di dire la verità agli elettori, di prendere impegni seri e poi di rispettarli fino in fondo, e quindi in sintonia con tutto ciò in cui credo da sempre". Quanto all'ipotesi di una alleanza con il Pd di Enrico Letta, osserva il ministro, "la corsa in purezza sarebbe bellissima e anche più facile, ma so bene che le regole del sistema elettorale non la aiutano".