Giorgia Meloni, la "predestinata" alla festa di Rotondi: un pesantissimo faccia a faccia
Giandranco Rotondi ha festeggiato i suoi 62 anni con una festa a Casina di Macchia Madama, a Roma, martedì 26 luglio. Il compleanno era il suo, scrive Salvatore Merlo in un retroscena su Il Foglio, ma la vera festeggiata era lei, la "Predestinata", Giorgia Meloni. Al party ci sono duecento invitati, politici, banchieri, soubrette. Tutto l'establishment romano insomma. Ad un certo punto, "due figure si appartano. Un uomo e una donna", scrive il giornalista. Lui, che sembra "una versione forse meno algida di Mario Draghi" è Fabio Panetta, l'unico italiano nel Comitato esecutivo della Bce, ex direttore generale di Bankitalia e forse prossimo governatore della stessa. Lei è la leader di Fratelli d'Italia, e tutti alla festa la presentano come "il prossimo presidente del Consiglio". Panetta sembra che le stia "illustrando la situazione". Quella che con ogni probabilità la Meloni tra qualche mese dovrà gestire, ergo "l'economia dell'euro, la politica finanziaria e monetaria, l'inflazione, lo scudo antispread, le politiche di austerity" e ancora "le preoccupazioni di Bruxelles e Francoforte sulla tenuta italiana". La Meloni lo rassicura: "Se vado al governo io metto in piedi una squadra stellare. Non voglio e non posso fallire".
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Con la leader di Fratelli d'Italia "ci sono anche alcuni degli uomini che la stanno aiutando nella compilazione del programma di governo. Raffaele Fitto, Giovanbattista Fazzolari, il capogruppo Francesco Lollobrigida". Aggiunge Merlo che la Meloni avrebbe anche frenato Salvini: "Nei programmi non voglio leggere stupidaggini o promesse irrealizzabili". "Stasera la Dc ha battezzato Giorgia Meloni", dice Rotondi secondo il racconto di Merlo. "È una serata istruttiva, per chi volesse capire. Le danno della fascista. Ma basta vedere chi c'è qui per rendersi conto che è una stupidaggine".
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E infatti tra generali dei carabinieri, banchieri, imprenditori, ex prefetti, dirigenti di Camera e Senato, giornalisti Rai, dirigenti della Pubblica amministrazione, soubrette, c'è anche Ernesto Maria Ruffini, il direttore dell'Agenzia delle entrate, il prefetto Giuseppe Pecoraro, la presidente del Senato, Elisabetta Casellati. Doveva esserci anche Silvio Berlusconi, ma poi non ha partecipato. Ha però chiamato al telefono Rotondi: "Potevi venire qua, Silvio. C'è anche Giorgia. E lo preparavi certamente meglio il vertice". Il Cav ribatte: "In effetti è vero, ma a Salvini poi come glielo spiegavo?". E Rotondi: "Non siamo riusciti a fare un grande centro, ma ora possiamo fare una destra centrale". Poi, guardando Giorgia, "Rotondi sentenzia: 'Più Merkel che Thatcher'".