Giuseppe Conte sfida Grillo: "Non è un diktat e non li mandiamo in soffitta"
La sfida di Giuseppe Conte a Beppe Grillo parte dal tetto dei due mandati, che il fondatore del Movimento 5 Stelle aveva indicato pochi giorni fa come "la luce nelle tenebre" della politica italiana, niente meno. "Questa settimana chiuderemo la partita, che è importante per il M5s ma forse genera poco interesse fuori - sottolinea Conte in una intervista al Corriere della Sera -. Non è un diktat, ma lo spirito della regola sarà in ogni caso salvaguardato". Parole morbide che non nascondono però lo scontro profondo tra il leader politico e il comico. In ballo, infatti, ci sono decine di poltrone di fedelissimi dell'ex premier e di big del Movimento, importanti anche dal punto di vista elettorale grazie all'esposizione mediatica delle ultime due legislature. Perderli potrebbe essere un colpo mortale alle ambizioni dell'avvocato.
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"Siamo una comunità che pone al suo fondamento la dignità della persona - prosegue -. Nessuno di coloro che sono rimasti ha gettato la spugna. In ogni caso non manderemo in soffitta chi per dieci anni ha preso insulti per difendere i nostri ideali e per contribuire in Parlamento a realizzare le nostre battaglie. Una cosa è certa, la loro esperienza sarà in ogni caso preziosa". Il riferimento è a Fico, Taverna, Bonafede. Quanto alle Parlamentarie o ad altre forme di selezione Conte ha detto: "Il problema purtroppo sono i tempi strettissimi, ma cercheremo lo stesso di coinvolgere la nostra comunità sia sul programma sia sulle liste".
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Quindi le parole, molto dure, rivolte a Enrico Letta e al Pd, che ha ufficialmente chiuso a ogni nuova alleanza coi 5 Stelle: "Saremo in tre a contenderci la guida del Paese. Quello che noi proponiamo, in antitesi al centrodestra e al campo dell’agenda Draghi, è un 'campo giusto', il campo della giustizia sociale. Centrodestra e campo largo stanno già litigando per chi deve fare il premier, noi stiamo lavorando h24 sulle risposte da dare alla crisi che in autunno si farà ancora più dura. Non ci interessa un nuovo Ulivo, che non è credibile e rischia di rimanere vittima delle sue contraddizioni: saremo il terzo polo, un 'terzo incomodo'. L’unico voto utile è quello di chi, coerentemente con i propri valori, fa di tutto per mantenere la parola data agli elettori. Non chiediamo voti per gestire il potere ma per realizzare riforme". "Questo terzo polo - annuncia Conte - sarà aperto alla società civile e a tutti coloro che difendono i valori della Costituzione e tutti coloro che credono nella vera transizione ecologica. E che vogliono contrastare le politiche della destra".