Brunetta contro Berlusconi e Forza Italia: "Mutazione genetica, ma io non insulto"
Dopo aver lasciato Forza Italia, Renato Brunetta torna a parlare della sua decisione. Un fulmine a ciel sereno, arrivato con le dimissioni di Mario Draghi. Il ministro della Pubblica Amministrazione non ha infatti apprezzato la scelta degli azzurri di Silvio Berlusconi di non votare la mozione proposta da Pier Ferdinando Casini. "Sono entrato quasi trent'anni fa in Forza Italia - ha detto a Sabato Anch'io, su Radio1 -. Ci avevo trovato la mia casa. Una casa fatta di liberali, di cattolici, di riformatori, di socialisti, di socialdemocratici. Era la casa di Berlusconi, che la aveva voluta e fondata. In fondo, il Governo Draghi rappresentava questa casa, perché rappresentava le stesse culture, quelle che sono state alla base della costruzione dell'Europa così come la conosciamo e alla ricostruzione dell'Italia nel dopoguerra".
Poi però l'esecutivo dell'ex numero uno della Bce è caduto. Ai responsabili si è rivolto Brunetta con toni di condanna: "Chi lo ha fatto cadere, si è assunto una gravissima responsabilità, e parlo con dolore anche di Forza Italia". Secondo il ministro dietro le dimissioni del premier non c'è solo il Movimento 5 Stelle, ma anche gli azzurri e i leghisti. "Non mi sono allontanato io da Forza Italia, è Forza Italia che, non votando la fiducia, si è allontanata da sé stessa, dalla sua storia, dalla sua cultura", ha proseguito specificando di non nutrire rancori.
"Ho fatto tantissime, bellissime cose, però dentro questo alveo culturale - ha sottolineato il ministro -. Io voglio tenere il dibattito su questo livello. Invece vedo che, purtroppo, volano gli insulti e le invettive. Ma non risponderò a mia volta con gli insulti e le invettive". Infine la stoccata all'ex premier: "Io mi ricordo un partito in cui Berlusconi ascoltava tutti, anche troppo, e poi decideva. Non è più così, c'è stata una mutazione genetica".