Carlo Nordio, interferenza russa sulla crisi? "Inorridito da Berlusconi e Salvini"
Clamoroso (e inatteso) strappo di Carlo Nordio con il centrodestra di governo. Il magistrato, ospite della War Room di Enrico Cisnetto, riflette sulla crisi di governo che ha portato alla caduta di Mario Draghi e ai sospetti, avanzati soprattutto da sinistra, di "interferenza russa" in quanto accaduto negli ultimi 2 giorni in Parlamento. "Non abbiamo prove - premette Nordio - ma le coincidenze sono diventate indizi gravi, precisi e concordanti". Parole clamorose, per diversi motivi. Primo fra tutti, perché Nordio è considerato dai retroscenisti e commentatori della politica italiana molto vicino a Fratelli d'Italia, il partito che da mesi chiede agli alleati Lega e Forza Italia di togliere la fiducia al governo di unità nazionale. Secondo, proprio Nordio è stato inserito da vari indiscreti nel novero del toto-ministri del possibile, futuro governo di Giorgia Meloni, favorita per Palazzo Chigi con l'appoggio (più o meno lieto) di Matteo Salvini e Silvio Berlusconi.
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"Sono rimasto inorridito dalle parole di Berlusconi e Salvini che rappresentavano una sorta di endorsement a Putin. L'aggressione russa all'Ucraina è folle, criminale e ingiustificata, e sarebbe inammissibile un governo che non sostenesse, in politica estera, la linea di Draghi, ovvero un sostegno all'Ucraina senza se e senza ma", incalza Nordio, il "ministro della Giustizia" in pectore di un "governo Meloni".
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Si intrecciano di nuovo, dunque, le pulsioni anti-guerra e la realpolitik di governo. Peraltro, va detto per non generarle ulteriori equivoci, Fratelli d'Italia si è subito schierata senza se e senza ma con la fornitura di armi italiane a Kiev in una chiave pienamente atlantica e filo-Nato. Un problema che, probabilmente, si potrebbe riproporre anche nel caso il centrodestra andrà al governo.