Crisi di governo, Alessandro Sallusti: "Ho un sospetto...", cosa accadrà a Mario Draghi
Mancano poche ore alla decisione fatale sul prosieguo della legislatura. Mettiamo le cose in fila: se Mario Draghi deciderà di restare a Palazzo Chigi buon per lui e anche per noi; se viceversa si andrà a votare ricordiamoci che in democrazia le elezioni non sono la fine bensì l'inizio di qualcosa che non dovrebbe spaventare. Per esempio l'idea non spaventa anche il più moderato, saggio e pragmatico del magico mondo berlusconiano.
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Intervistato da Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera, Fedele Confalonieri risponde a una domanda su Giorgia Meloni, sondaggi alla mano il grande spauracchio di nemici (e alleati) in caso di ricorso alle urne: «Se mi piace? Molto, da ragazza era pure lei un po' fascistina ma adesso che le puoi dire? Ci proveranno, la attaccheranno. Ma se dovessi dare un consiglio a Silvio, gli direi di puntare sulla Meloni: è lei che può riportare il centrodestra a Palazzo Chigi». Io credo che ciò che non fa paura a Confalonieri non può fare paura a nessuno.
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Ma facciamo un passo indietro. Il 22 dicembre scorso, in occasione della conferenza stampa di fine anno, Draghi stesso, convinto di poter lasciare anzitempo Palazzo Chigi destinazione Quirinale, disse: «Il lavoro è ben impostato, il governo andrà avanti chiunque ci sarà», e nessuno obiettò che in quel momento il premier si stava dimettendo. Certo, in quell'occasione Draghi stava forse pensando più a se stesso che al Paese. O forse no, può essere che davvero non si senta poi così indispensabile come dicono di lui molti italiani che ieri sono scesi in piazza non per cacciare ma ed è la prima volta - per tenersi stretto un primo ministro. Sta di fatto che a distanza di sette mesi da quella esternazione alla vigilia di Natale si sostiene il contrario, cioè che senza Draghi viene giù tutto e che lui, per la seconda volta dopo aver dovuto rinunciare al Quirinale, deve ingoiare i calcoli di partiti che certo non lo amano.
Come andrà a finire? Tra poche ore lo sapremo ma il sospetto è che, più che di perdere Draghi, i partiti abbiano paura di perdere le elezioni. E quindi, purtroppo, perderanno in ogni caso e, in ogni caso, vincerà Mario Draghi.