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Crisi di governo, il pizzino che rivela cosa è successo dietro le quinte

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Lo strappo si è consumato: il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte è uscito dall'Aula del Senato per non votare il decreto Aiuti. Ma se per il dl poco è cambiato, visto che è passato con 172 sì e 39 no, per Mario Draghi il "no" grillino ha un significato ben più profondo. E non è un caso che il premier sia subito salito al Quirinale per discutere della situazione con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. 

 

 

D'altronde il clima è teso. La riprova? Un cartello spuntato tra i banchi dei senatori. L'ideatore è Alberto Airola, anch'egli pentastellato. "Qui - si legge - tutti hanno paura di restare soli con Draghi e con se stessi". Insomma, un modo per dire che nessuno ha il coraggio di aprire una crisi. Eccetto i Cinque Stelle, che ancora non hanno chiarito la loro posizione. "Vorrei ricordare - ha comunque detto Conte - che il Movimento ha dato sostegno a questo governo dall'inizio e con una votazione degli iscritti", e lo ha fatto con degli "obiettivi", per la "transizione ecologica e la giustizia sociale. Se si crea una forzatura e un ricatto" e "si mettono in un decreto che non c'entra nulla le misure contro la transizione ecologica, capite che per nessuna ragione al mondo" si potrà avallare il provvedimento".

 

 

Da qui la conclusione alquanto sibillina: "Se qualcuno ha operato una forzatura si assuma la responsabilità della pagina scritta ieri", la cui origine "è stata nel Consiglio dei ministri, quando nostri ministri sono stati costretti a non partecipare al voto. Noi siamo coerenti e chiediamo di rispettare il programma di governo definito all'inizio". In caso contrario... non è una sorpresa.

 

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