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Alessandro Di Battista contro Giuseppe Conte: "Pensioni, markette... come avete ridotto il M5s"

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Certo, dopo l'atteso incontro con Mario Draghi, Giuseppe Conte ha mostrato il pugno. Ha parlato dei nove punti presentati dal M5s al governo, ha aggiunto di non aver firmato alcuna cambiale, ha mostrato il suo disappunto per la fiducia posta sul Dl Aiuti. Eppure, la sensazione, è che quella dell'avvocato del popolo assomigli a una resa. Si resta al governo, lo ha confermato, pur aggiungendo che tutto può accadere. Eppure la sostanza è quella: niente crisi, i grillini ancora in maggioranza.

E Alessandro Di Battista, l'ex grillino urlatore seriale, non ha perso tempo per sparare contro il suo ex partito. Quel partito in cui ha detto di essere pronto a rientrare nel caso in cui uscisse dall'esecutivo e archiviasse la premiership di Mario Draghi (pronto a rientrare soprattutto ora, senza Luigi Di Maio, recentemente andato per la sua strada).

 

Ma si diceva, Dibba. A caldissimo, infatti, ha tuonato su Facebook: "E anche oggi il Movimento 5 Stelle esce dal governo domani. Esprime a Draghi il proprio disagio, come se uno dei peggiori Presidenti del Consiglio della storia fosse un prete nel confessionale. Chissà, magari il Movimento uscirà dal governo dopo l'estate, quando i parlamentari avranno maturato la pensione. Magari uscirà dopo la finanziaria, momento d'oro per chi è alla ricerca di denari da trasformare in markette elettorali. O forse non uscirà mai", premette sparando ad alzo zero.

 

E ancora: "Intanto anche i più irriducibili sostenitori del Movimento, gli ultimi giapponesi direi, si domandano come sia stato possibile ridurre la più grande forza politica del Paese nella succursale della pavidità e dell'autolesionismo", conclude un ferocissimo Alessandro Di Battista.

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