Dl Aiuti, il governo mette la fiducia. FdI: "Draghi umilia Conte"
Alla fine il governo ha posto il voto di fiducia sul Dl Aiuti. "Vedremo...", aveva commentato Giuseppe Conte al termine del suo incontro a Palazzo Chigi con il premier Mario Draghi. E ora la palla passa proprio al Movimento 5 Stelle: sul superbonus, misura contenuta nel decreto, serve ancora un accordo con il Pd e il resto della maggioranza. Evidentemente, il premier è convinto che l'intesa arriverà, in cambio magari di qualche altra contropartita politica. Oppure scommette sulla mancanza di coraggio di Conte e dei suoi.
La fiducia, annunciata dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà, è posta sullo stesso testo, senza modifiche, licenziato dalle commissioni Bilancio e Finanze. La questione di fiducia sarà votata domani, le dichiarazioni di voto finale saranno a partire dalle 12,30 con l'ok atteso per le 14. Subito dopo il vertice, fonti di Palazzo Chigi avevano parlato di un incontro Draghi-Conte "positivo e collaborativo", che "si è protratto per oltre un’ora". Più sibillino e problematico il giudizio di Conte, uscito da Palazzo Chigi non troppo sereno: "A Draghi ho consegnato un documento, a nome di tutta la comunità del Movimento 5 Stelle. Abbiamo maturato un forte disagio politico, siamo disponibili a condividere la responsabilità di governo in modo leale e costruttivo, ma occorre una forte discontinuità".
Dopo la bagarre in mattinata, intanto, è Fratelli d'Italia a commentare la notizia della fiducia sul Dl Aiuti: "Non faremo come le altre volte una protesta formale di fronte a questa nuova fiducia", spiega il capogruppo dei meloniani alla Camera, Francesco Lollobrigida, perché "credo che dobbiamo rispettare alcuni milioni di italiani che hanno votato il Movimento 5 stelle, che si è ridotto a pietire per giorni un incontro con il capo del governo, con penultimatum perentori rispetto alle battaglie definite come l'ultima trincea e poi invece due pacche sulle spalle e si torna in Aula con l'ennesima fiducia. Le minacce sono risultate un'altra presa in giro e allora per rispetto ai milioni di italiani che vi hanno votato terremo i toni bassi perché gli italiani non si meritano il trattamento che gli avete concesso. Prendiamo atto ancora una volta dell'assenza di serietà".