Giuseppe Conte incontra Mario Draghi: M5s ancora nel governo, ma ecco a quali condizioni
Un ultimatum. Giuseppe Conte va da Mario Draghi e come accaduto la scorsa settimana al Quirinale, di fronte al presidente Sergio Mattarella, il leader del Movimento 5 Stelle non trova il coraggio di andare fino in fondo, portando a compimento le parole (e le minacce) con cui aveva condito riflessioni e retroscena nei giorni precedenti. Insomma: la crisi di governo è sempre più all'orizzonte, ma potrebbe non arrivare oggi. L'avvocato, a colloquio con il premier, pare aver confermato che sul Dl Aiuti (il casus belli, con il nodo superbonus) i 5 Stelle faranno prevalere la "linea governista", ma nulla è ancora scontato. Si deciderà tutto nelle prossime ore, anche se i nodi esposti da Conte al premier saranno difficili da sbrogliare.
"La nostra permanenza dipende dalle risposte concrete del premier", annunciavano minacciose le fonti grilline, già pochi minuti dopo l'inizio del faccia a faccia alle 12. Conte era arrivato a Palazzo Chigi con fare bellicoso, anche perché sul tavolo c'era l'ipotesi del "complotto". Vale a dire, le rivelazioni sul Fatto quotidiano del sociologo Domenico De Masi secondo cui Beppe Grillo avrebbe confidato le pressioni partite proprio da Draghi per rimuovere l'ex premier dalla guida del Movimento. Evidentemente, Draghi l'avrà convinto della bontà delle sue azioni perché i retroscena unanimi, filtrati dall'ambiente del Movimento, riferiscono appunto di una conclusione "a tarallucci e vino" almeno sul piano personale.
E mentre a Roma si parla di questo, a Milano Luigi Di Maio è già entrato in azione: a poche settimane dalla sua scissione dal Movimento e dalla formazione del suo gruppo autonomo, Insieme per il Futuro, ha incontrato il sindaco Beppe Sala, che potrebbe diventare uno degli interlocutori principali del progetto neo-centrista del ministro degli Esteri.