Giorgia Meloni, "l'interdetto Palazzo Chigi". Il retroscena: "Mattarella dirà no"
I più maligni parlano di "complotto". I più diplomatici di "interdetto". a Giorgia Meloni premier ci sarebbe un veto già pronto, opposto addirittura dal Quirinale. Lo scrive, nero su bianco, il direttore della Stampa Massimo Giannini in un lunghissimo pezzo di "scenario" su quello che accadrà politicamente nei prossimi mesi. Da qui "l'interdetto Meloni", così lo definisce.
"I malpensanti sostengono che il Presidente della Repubblica, salvo un trionfo elettorale clamoroso della "sorella d'Italia", non darebbe mai l'incarico alla leader di un partito della destra sovranista, che nell'aula di Strasburgo siede insieme agli estremisti del Patto di Visegraad. Vero o falso?". La domanda cade nel vuoto, perché in mezzo ci sono ancora molti se, a partire dalla capacità del centrodestra di arrivare davvero unito alle elezioni del 2023, e vincerle largamente come pronosticato oggi dai sondaggi. "Resta il fatto che Meloni, con Draghi, ha un ottimo rapporto personale - prosegue Giannini -. E da mesi FdI fa un'opposizione dura, ma non "sfascista" (salvo i comiziacci spagnoli sul palco di Vox, dove Giorgia si dimentica di essere "Atlantica" e purtroppo si ricorda di essere "Ducia")". Al di là delle considerazioni di parte del direttore della Stampa, resta un concetto riconosciuto: Fratelli d'Italia fa opposizione dura ma corretta.
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In altre parole, già solo questo basterebbe a riconoscerne la legittimità a governare il Paese, qualora la sua linea fosse premiata dagli elettori. Forse, però, cambiano i nomi ma non la sostanza: a governare "davvero" l'Italia sono ancora le segreterie internazionali e l'alta finanza, come accadde (sostengono molti) nel 2011 con Silvio Berlusconi. I famosi "poteri forti" e "occulti" che allora intervennero con un premier in carica, ma qua addirittura si supererebbero, facendo in modo di anticipare l'evento stoppando la favorita in maniera preventiva.
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