Mario Draghi, "fragole marce". Il messaggio in codice: cade il governo
«Le fragole sono marce», dice Alberto Airola , senatore torinese del Movimento Cinquestelle , e se la metafora non fosse chiara l'esponente grillino della prima ora chiarisce a Libero : «Io appoggio Giuseppe Conte , è lui il nostro leader e l'unico che può farci realizzare gli obiettivi politici che ci siamo prefissati, mala frustrazione e l'insofferenza dei nostri elettori per un governo che smantella sistematicamente i nostri obiettivi politici è palpabile». Congelamento del Superbonus , stop alle banche all'acquisto dei crediti dalle imprese, il non rifinanziamento dei navigator, opposizione al salario minimo e, ieri, l'ennesima stretta sul reddito di cittadinanza (in commission è passato un emendamento del centrodestra al Dl Aiuti secondo il quale anche il no a un'offerta congrua da un datore di lavoro privato fa perdere il sussidio ) rappresentano una raffica di colpi ai cavalli di battaglia grillini. I temi identificativi del Movimento delle origini sono stati tutti scalfiti, se non cancellati, come quell 'uno vale uno scandito dall'ex pupillo di Grillo, Luigi Di Maio , mentre annunciava la nascita del suo gruppo, Insieme per il Futuro. A causa della scissione operata dal ministro degli Esteri il Movimento non è neanche più il primo partito in Parlamento, per cui portare a casa i risultati adesso diventa ogni giorno più difficile. Il senatore Airola non ha doppiato: «Abbiamo vissuto le ultime 48 ore pericolose, tra annunci e smentite di telefonate e di messaggi tra Conte e Grillo, Draghi e Grillo: queste fibrillazioni non fanno bene al nostro elettorato, che non merita questo. Io sono un portavoce e nel mio ruolo non posso che rappresentare con forza l'istanza d'uscita da questo governo, voluta fortemente dal nostro popolo. Anche perché», aggiunge il senatore, «se non è oggiè tra sei mesi. Il premier Draghi ha avuto un comportamento ambiguo nei confronti di Conte».
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PROFONDO DISAGIO - Gli altri big, i fedelissimi dell'avvocato del popolo come Paola Taverna , Stefano Buffagni , Michele Gubitosa , sono in silenziosa attesa: nessuno ha voglia di parlare prima di lunedì quando il capo politico vedrà il presidente del Consiglio. Qualcuno si sbilancia: «Se arrivare altre porte in faccia, dovremo considerare davvero l'appoggio esterno». Qualunque decisione sarà «corale», ha annunciato Conte a Cortona, ieri sera ospite dell'assemblea di Areadem, con Enrico Letta e Roberto Speranza. «Noi abbiamo sempre dato il nostro contributo al governo in carica e quindi anche su questo nostro disagio politico è giusto confrontarsi con Draghi», ha aggiunto. Nel colloquio di dopodomani Giuseppi è intenzionato a mettere sul tavolo anche l'addio di Di Maio, che ha cambiato gli equilibri parlamentari e di fatto rafforzato l'esecutivo. «Una scissione non viene realizzata nel giro di poche ore», insinua l'avvocato pugliese. «Già da un po' veniva coltivata un'agenda personale al di fuori della linea politica del Movimento. Ne parlerò con Draghi». Il sospetto, quindi, è che Palazzo Chigi conoscesse in anticipo le intenzioni del ministro ai danni del M5S. Da Roma, proprio il titolare della Farnesina si è sentito in dovere di rispondere alle bordate di Grillo e ai malumori degli ex alleati: «Minacciare la crisi di governo a giorni alterni crea problemi al Paese. Basta picconate», si è sfogato l'ex capo definendo «paradossale che in questa fase storica partiti dell'opposizione si di alcuni mostrino più responsabili di alcuni partiti della maggioranza». Ogni riferimento ai grillini è puramente voluto. Nella truppa contiana, infatti, la tensione è alta.
FUORIUSCITE - I più rassegnati temono nuove fuoriuscite verso il gruppo Ipf dei dimaiani; i più agguerriti sono stanchi dei penultimatum di Giuseppi e tifano per una linea chiara, meglio se fuori dall'esecutivo. Chi ha incarichi di governo, ovviamente, spera di proseguire perché al prossimo giro sarà dura ritrovare la poltrona. Lasciare adesso «sarebbe da pazzi» mormora qualcuno. Ma resta c'è insoddisfazione per le battaglie M5S regolarmente osteggiate dalle altre forze politiche. Il tema non «è se, ma quando mollare». Per la maggior parte dei grillini, però, bisogna rimanere fedeli alla "promessa" fatta al presidente Sergio Mattarella , che ha chiamato tutti a un governo di unità nazionale. Prima di settembre, quindi, non accadrà nulla. Né si creerà un gruppo a parte, come l'Alternativa , nato dalla pattuglia dei grillini espulsi perché contrari all'ingresso nell'esecutivo Draghi.
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TROPPE LITI - Insieme a Fdi , l'Alternativa è la sola componente all'opposizione, contesta la bocciatura del Superbonus e l'atteggiamento ondivago degli ex compagni grillini. Basta sentire il deputato Andrea Colletta , un tempo "talebano" M5S: «Che questo governo continuasse nonostante le intemerate di Salvini e Conte era evidente. Che questo governo venisse "coperto" da Fdi era anche evidente a tutti. Ma la dimostrazione ancora più palese dello scollamento tra politica e popolo italiano», dichiara Colletti, «è dato dal fatto che non preoccupandosi della crisi economica, parliamo delle schermaglie di Conte e Salvini mentre fuori c'è un mondo che sta bruciando e famiglie che non ce la fanno di più».
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