Luigi Di Maio? "Un uomo della Nato per controllare l'Italia"
Altro che "sete di poltrone" o vanità personale: dietro la scissione di Luigi Di Maio dal Movimento 5 Stelle ci sarebbe addirittura la Nato, con il ministro degli Esteri vero e proprio uomo in mano all'Alleanza atlantica per garantire il pieno controllo dell'Italia. A scriverlo, nero su bianco, Domenico Gallo sul Fatto quotidiano, giornale punto di riferimento del mondo grillino e in particolare vero proprio megafono della leadership di Giuseppe Conte.
"Chi sarà il prossimo premier": Caracciolo, la bomba che apre scenari estremi
Insieme per il futuro, insomma, vale a dire i gruppi parlamentari autonomi antipasto di un partito europeista, filo-Draghi e filo-Nato con cui Di Maio concorrerà alle prossime elezioni politiche (alleato con chi, è ancora da decidere), sarebbe dunque un tassello di un disegno internazionale, roba da Guerra Fredda o giù di lì. Non è solo trasformismo, suggerisce Gallo. "Il problema è squisitamente politico in quanto attiene all'orientamento dell'Italia nello scenario internazionale in una fase storica di sconvolgimenti dell'ordine internazionale inimmaginabile fino a qualche mese fa".
"Come il caffè turco". Ghisleri a valanga: la morte politica di Di Maio spiegata in 4 parole | Video
La Nato, ricorda Gallo, ha sempre "esercitato una sorta di tutela sulle scelte essenziali dell'Italia. Basti pensare al ruolo dell'Uspa (Ufficio di sicurezza del Patto Atlantico) che dal 1949 selezionava i funzionari civili e militari dello Stato italiano sulla base del tasso di 'fedeltà atlantica', oppure al patto segreto stipulato fra il Sifar e la Cia il 26 novembre 1956 che ha dato vita a una struttura armata segreta (Gladio) che, per oltre trent'anni, ha 'vigilato' sulla nostra sicurezza interna". Tra un riferimento alle stragi e agli Anni di Piombo, la cavalcata dell'opinionista del Fatto quotidiano si conclude definendo Di Maio "nuovo Cossiga". Non tanto per la statura politica, quanto per il coinvolgimento dell'ex presidente della Repubblica proprio nel piano Gladio. E nella successiva caduta del governo Prodi, messo in crisi dal coinvolgimento dell'Italia nella guerra in Kosovo voluta, appunto, dalla Nato. "L'operazione Udeur nel 1998 - sottolinea Gallo ricordando l'appoggio del gruppo ex Dc di Cossiga al nuovo governo di Massimo D'Alema - determinò la nascita di un gruppo politico funzionale alla Nato per consentirle di condurre l'attacco contro la Jugoslavia, punto di inizio della nuova guerra fredda che ci ha portato alla situazione attuale".
La scissione di Di Maio, conclude l'articolo del Fatto, è funzionale allo scenario di una "guerra di lunga durata che, a prescindere dal pericolo di un'ulteriore escalation, sta portando conseguenze negative per tutti". In questo senso, "è importante per la Nato assicurarsi la massima 'fedeltà' dei Paesi membri. Quando il consenso di una importante forza politica, come il Movimento 5 Stelle, sull'invio delle armi in Ucraina ha cominciato a tentennare, quale occasione migliore per un mediocre uomo politico come Di Maio, per guadagnarsi i galloni della fedeltà atlantica e rafforzare la linea atlantista a oltranza del presidente del Consiglio?".