M5s, il sondaggio supera ogni incubo (di Conte): ecco dove precipitano i grillini
Se due indizi fanno una prova, il calvario per Giuseppe Conte è appena iniziato. La batosta per i suoi 5 Stelle, direttamente dalle colonne del Sole 24 Ore, arriva impressa con le seguenti cifre: 9,9% e 6,9%. Il primo dato è il frutto della rilevazione Winpoll "senza" Luigi Di Maio in campo; il secondo giunge dalla stessa simulazione "con" l'ex grillino come nuovo competitor. Il risultato? Desolante per Conte, a nemmeno una settimana dalla scissione traumatica di Di Maio e dei sessanta discepoli che con lui hanno abbandonato la casa del Grillo. Uno scenario che in entrambi i casi («agli intervistati», spiega Roberto D'Alimonte, «è stato chiesto sia come avrebbero votato nel caso in cui non fosse presente il partito del ministro degli Esteri sia nel caso in cui ci fosse il suo partito») conferma le parole profetiche del garante. «Così ci biodegradiamo a tempo record», si sfogava Beppe qualche giorno fa più che adirato con l'avvocato per l'escalation in casa 5 Stelle.
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È proprio ciò che sta accadendo. Se Giuseppi piange, Di Maio in fondo se la gode. Da un lato, infatti, la sua fuoriuscita ha portato in pochi giorni i grillini da un già magro 12,3% - secondo l'ultima Supermedia di Youtrend - a scendere sotto la soglia psicologica del 10%. Dall'altro al suo primo sondaggio con la start up "Insieme per il Futuro" il ministro sembra già alle calcagna di Conte & co: se questi ultimi con Giggino in campo crollano infatti al 6,9%, il partitino di Di Maio, Spadafora e Azzolina si attesterebbe da parte sua al 4,7%. Morale? L'effetto Di Maio fa molto male, al M5S: -2,4% dovuto alla "semplice" rottura; -5,4% con i dimaiani fra i piedi. Certo, sono dati da considerare «con molta prudenza», ha precisato D'Alimonte. Ciò che sembra assodato, in ogni caso, è chi si scotterà con l'arrivo del partito di Di Maio: i suoi ex grillini e un po' pure il Pd di Letta (che con l'ingresso di Insieme per il Futuro nell'agone passerebbe già dal 21,3% della prima simulazione al 20,5%).
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Chi non ha nulla da temere dalla conversione neocentrista di Di Maio è il centrodestra. Al contrario: proprio le contorsioni del fantomatico "campo largo" restituiscono una coalizione sempre in testa rispetto agli avversari. Gran parte del merito, anche per il quotidiano di Confindustria, è di Giorgia Meloni che con Fdi risulta la grande vincitrice del sondaggio. Non solo primo partito in assoluto davanti al Pd ma con cifre record: 25,5%. Il risultato più alto mai registrato. La Lega si conferma in un momento di appannamento e si attesta terza al 15,1%, mentre l'altra sorpresa nel fronte moderato è Forza Italia, che grazie al ritorno in campo di Silvio Berlusconi torna a sfiorare il 10%. La somma dei tre partiti del centrodestra supera il 50%, a cui vanno aggiunti gli alleati di centro: «Con questa percentuale», è la conclusione del politologo, «la maggioranza assoluta dei seggi alle Politiche è certa». Intanto, ieri sera Beppe Grillo si è collegato da remoto al Consiglio nazionale M5S: secondo alcuni partecipanti, il fondatore avrebbe aperto a deroghe al tetto dei due mandati. Oggi Grillo vedrà alle 17 i parlamentari rimasti nel partito dopo lo strappo di Di Maio. «Voglio conoscervi», ha detto.
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