Amministrative, ecco cosa c'è davvero dietro la lite Sboarina-Meloni a Verona
Non si attendevano sorprese. È finita così come ci si aspettava: il centrodestra diviso ha perso Verona regalandola al centrosinistra guidato da Damiano Tommasi. Tommasi ha infatti scippato la poltrona da primo cittadino a Sboarina con una percentuale che si attesta intorno al 53,4 per cento. Ma in questo quadro, la sconfitta di Verona del centrodestra è la cartina di tornasole delle difficoltà del campo moderato che stenta a trovare una unità strategica anche in vista delle prossime Regionali e soprattutto in vista delle politiche del prossimo anno. A urne chiuse si è subito scatenata la caccia al colpevole. E di fatto ad alzare per primo i toni per avviare una seria riflessione nel centrodestra è stato Flavio Tosi, l'ago della bilancia di questi ballottaggi.
Qualche giorno fa lo stesso Tosi aveva offerto un apparentamento a Sboarina. Ma il candidato di Fratelli d'Italia ha rispedito la proposta al mittente. E così Tosi, come riporta il Corriere, non ha usato giri di parole: "È stata una scelta scellerata. Se avessero puntato su di me avremmo scritto un’altra pagina di storia. Il mancato apparentamento è stato fatale. Doveva essere pragmatico". A poco è servito l'abraccio tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni per far confluire i voti di Tosi verso Sboarina. Il "no" del sindaco uscente ha tracciato bene la strada verso la disfatta. Ma per comprendere questa scofnitta bisogna tornare indietro, alle scelte dei candidati. La Lega non voleva puntare sul sindaco uscente e così ha chiesto posti di prima fila in caso di vittoria del candidato di FdI. Forza Italia ha invece preferito giocare la carta Tosi chiamandosi fuori.
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Ma come sappiamo la rottura definitiva è arrivata dopo. Sboarina ha rifiutato l'apparentamento con Tosi che dopo l'ingresso in Forza Italia ha offerto tutto il suo appoggio al sindaco uscente in vista del ballottaggio. Con un accordo con tosi avrebbe dovuto cedere posti di peso in giunta e forse Sboarina non voleva briglie all'interno del palazzo del Comune. Quindi ha preferito andare da solo. Ora il centrodestra deve ritrovare inytesa e unità sui candidati perché il rischio di un harakiri in salsa siciliana e lombarda è dietro l'angolo.