Mario Draghi e le armi all'Ucraina, la resa di Conte: chi firma la risoluzione
Il governo italiano si impegna a "garantire sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, legittimati dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite che sancisce il diritto - all'autodifesa individuale e collettiva - confermando il ruolo dell'Italia nel quadro dell'azione multilaterale, a partire dall'Unione europea e dall'Alleanza Atlantica, finalizzata al raggiungimento del primario obiettivo del cessate il fuoco e della pace". E' uno dei passaggi della risoluzione che sarà votata a palazzo Madama in seguito alle comunicazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi, in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno. Una risoluzione su cui la maggioranza sembra aver trovato una quadra, con una mediazione (complicatissima) con il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, alle prese con la probabile scissione di gruppi parlamentari vicini a Luigi Di Maio. Significativo che a firmare la risoluzione di maggioranza per i 5 stelle sia il senatore Pietro Lorefice, uno dei fedelissimi di Di Maio.
Il punto cruciale dell'accordo riguarda la fornitura di armi a Kiev, che vedeva contrario il Movimento a trazione Conte. Secondo fonti parlamentari è stato raggiunto l'accordo nella maggioranza impegnando il governo a "continuare a garantire secondo quanto precisato dal decreto legge 14/22 il necessario ampio coinvolgimento delle camere con le modalità ivi previste, in occasione anche dei più rilevanti summit internazionali riguardanti la guerra in Ucraina e le misure di sostegno alle istituzioni ucraine, ivi comprese le cessioni di forniture militari". Di fatto, il mantenimento dello Status quo. "È stato un lavoro complicato, ma alla fine la maggioranza ha raggiunto un accordo non formale ma di sostanza. Con la risoluzione si impegna il governo a riaffermare la vicinanza al popolo ucraino e al contempo, nei passaggi più importanti, il parlamento continuerà ad essere coinvolto. Non possiamo nascondere le difficoltà politiche a tenere unita una maggioranza tanto articolata, ma era indispensabile arrivare ad un accordo in un momento tanto decisivo per il quadro internazionale, così come per la tenuta sociale del nostro paese", ammette il senatore del Pd Dario Stefàno, presidente della Commissione Politiche Ue.
Nella risoluzione, un importante riferimento anche all'Europa: il Senato impegna il governo a "supportare le domande di adesione all'Ue di Ucraina, Repubblica Moldova e Georgia, in un quadro di rispetto dei criteri di Copenaghen, e accelerare il percorso di adesione all'Ue dei Paesi dei Balcani occidentali". "Come testimoniato dal recente viaggio a Kiev dei presidenti Draghi, Macron e Scholz - si legge nel testo - c'è l'esigenza di rafforzare il ruolo dell'Europa nel quadro multilaterale, proseguendo l'impegno a porsi come attore-chiave per una mediazione tra le parti, in sinergia con altri Paesi già attivi su questo fronte e attraverso ogni azione diplomatica internazionale e bilaterale utile al raggiungimento di un cessate il fuoco e alla conclusione positiva di un percorso negoziale".