Marco Travaglio insulta Luigi Di Maio: "Il disallineamento delle sue terga"
Caos totale nel M5s, con Luigi Di Maio che potrebbe anche essere espulso. Per certo, Giuseppe Conte ne chiede un sostanziale processo. Tanto che per oggi, domenica 19 maggio, è stato convocato un Consiglio nazionale grillino. Al centro dell'incontro, proprio Di Maio, che col suo durissimo attacco a Conte per la vicenda della fornitura delle armi in Ucraina ha aperto una crepa profondissima.
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Ed in questo contesto, ovviamente non poteva mancare la presa di posizione di Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano e, soprattutto, il grande manovratore di Giuseppe Conte, l'ideologo del presunto avvocato del popolo il quale, ovviamente, ora usa il suo metodo contro Di Maio. Il metodo del "manganello": picchiare durissimo contro l'avversario di turno, anche ricorrendo a insulti. Curioso il fatto che ora l'avversario sia quel Di Maio di cui Travaglio, per lunghi anni, ha tessuto le più sperticate lodi.
Sul fondo pubblicato sul Fatto di oggi, Travaglio scrive quanto segue: "A Di Maio temiamo sfuggano un paio di particolari che un ministro degli Esteri dovrebbe conoscere: nella Nato e nella Ue siedono diversi Paesi che non hanno inviato a Kiev nemmeno una fionda. Eppure nessuno li ha espulsi per 'disallineamento'. Quindi non si comprende quali pericoli correrebbe la sicurezza nazionale", premette.
E ancora: "Non solo l’Italia non rischierebbe nulla ma tornerebbe protagonista di una svolta europea (come 2 anni fa col Recovery): si accrediterebbe, insieme ai Paesi che la seguirebbero, come mediatore del negoziato Kiev-Mosca (...) Se invece il disallineamento che teme il Draghetto Grisù è quello tra le sue terga e la poltrona, dispiace, per carità. Ma abbiamo problemi lievemente più seri", taglia corto Travaglio. E, per chi non lo sapesse, il Draghetto Grisù è proprio Di Maio.