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Giuliano Ferrara, la cupa profezia su Giorgia Meloni: "Il passo falso che le può costare tutto"

Giuliano Ferrara

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Priva di endorfine che danno la serenità, Giorgia Meloni, con "una botta dopaminica o adrenalinica" è andata in Adalusia "dove ha tenuto un comiziaccio alla Kirill contro l’andazzo prevalente in occidente. Niente di male, più che legittimo, non è che tutti possono sfilare nel gay pride, e Meloni voleva fare un piacere a quelli di Vox e alla sua amica Macarena", tuona Giuliano Ferrara nel suo editoriale su Il Foglio. Ma "c’è modo e modo". scrive: "Si può mettere in discussione il relativismo morale con pacatezza razionale e afflato spirituale, come Ratzinger, o ammiccando ai doveri dell’uomo come il liberale neomazziniano Carlo Calenda", invece "buttarla in caciara politica e elettorale sa molto di rosario-portachiavi, cuore immacolato di Maria violato nei comizi di paese eccetera".

 

 

Quindi si chiede l'Elefantino, "non è che la mancanza di endorfine sia destinata a appaiare, a colpi di mediatori chimici estremi, Meloni e il leader di cui vuole sbarazzarsi, rendendolo un subordinato della coalizione di centrodestra, nella corsa al governo?". Perché attenzione, osserva Ferrara, "coalizione e competizione sono un gioco pericoloso" e la leader di Fratelli d'Italia "è arrivata al punto di doverci pensare, la proporzionale non dovrebbe più essere un tabù nemmeno per lei".

 

 

Adesso a Giorgia Meloni, conclude il fondatore del Foglio, "servono una classe dirigente minimamente accettabile e un profilo più endorfinico che dopaminico, meno autobiografico", che "trasmetta anche serenità ed equilibrio". Ora la presidente di FdI che è sempre stata fuori da tutto deve "rientrare in un sistema alla vigilia del prossimo voto politico, in nome di un centrodestra che esiste e non esiste" e questo "potrebbe essere il suo passo falso".

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