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Giorgia Meloni premier, la frase rubata: "C'è chi dice che chi vince..."

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"C'è chi dice che chi vince queste elezioni amministrative vince le prossime politiche". Una frase riassume l'entusiasmo e la cautela di Giorgia Meloni subito dopo i risultati ufficiale delle amministrative: "Io non so se è così...", mette subito in chiaro la leader dei Fratelli d'Italia per non mettere sul tavolo la carta più pesante e rischiosa: Palazzo Chigi. Di sicuro, tutti i retroscena la descrivono come "raggiante" e già proiettata sulla partita grossa, la sfida al centrosinistra con scalata al centrodestra annessa. 

 

 



Al momento, la leader di FdI ha vinto il derby con la Lega di Matteo Salvini, distaccata nei sondaggi a livello nazionale (un trend stabile da mesi) e nei numeri pure nella "casa" del Carroccio, al Nord. Il Messaggero ricorda qualche dato significativo uscito dalle ultime urne: a L'Aquila FdI al 18,8% e Lega al 12,5%, a Verona 11,3% contro il 6,3%, a Genova 6,9% contro il 4,6%, a Parma 6,9% contro il 4,6%, a Palermo 9,3% contro il 5,1%. Ancora più netto il risultato in tradizionali roccaforti leghiste come Monza (14,9% contro 8,5%), Padova (11,6% contro 6,1%), Belluno (14,2% contro 9,5). Certo, c'è sempre la variabile delle liste personali dei sindaci, ma la linea è chiara.

C'è però una grossa incognita: "Nei pochi mesi che mancano al fatal appuntamento del voto politico può accadere di tutto", suggerisce Mario Ajello, sempre sul quotidiano romano. Forse anche per questo la Meloni ha invitato ufficialmente gli alleati di centrodestra a mollare il governo, per accelerare in maniera netta la crisi e il ritorno alle urne. 

 

 

 

 

La Meloni sa che puntando dichiaratamente a diventare non solo leader di coalizione, ma anche candidata premier, una mossa sbagliata potrebbe bruciare tutte le sue opportunità. Non a caso, ha sottolineato: "Sono disposta ad andare al governo solo se ci sono le convinzioni, non a ogni costo. Siamo pronti a governare se gli italiani ci daranno questa occasione". Convinzioni significa anche condizioni: il centrodestra deve restare unito. Nessuna fuga in avanti, nessuna tentazione. E la difesa a oltranza del sistema elettorale maggioritario, per garantire il "sano bipolarismo" unica garanzia, per la coalizione, di poter governare senza inciuci. 

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