Meloni, Salvini e la "bomba siciliana": non solo leadership, così questo voto cambia il centrodestra
Dopo il voto delle Amministrative, nel centrodestra si apre la resa dei conti. Chiariamo un punto: il campo moderato ha vinto questa tornata elettorale rispettando tutte le aspettative dei sondaggi. Vittorie a Genova, Catanzaro, Palermo, L'Aquila, solo per citarne alcune. Il dato politico che emerge è uno solo: uniti si vince. Dove Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia corrono insieme, è vittoria assicurata. E del resto le rilevazioni degli ultimi mesi danno la coalizione di centrodestra in vantaggio sul centrosinistra anche in chiave nazionale.
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Ma dove si va divisi, si stenta a vincere. Il caso Verona è molto importante: Federico Sboarina e Flavio Tosi, due candidati di centrodestra, hanno spianato la strada a Damiano Tommasi, unico candidato del centrosinistra. Quella dell'ex centrocampista della Roma è una vittoria a metà, infatti dovrà affrontare l’incognita ballottaggio tra 15 giorni. Fin qui i fatti. Ma attenzione: nel centrodestra c'è una bomba inesplosa che potrebbe mandare in aria gli equilibri della coalizione. E non è tanto l'ovvio e inevitabile duello per la leadership tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini in vista delle politiche, su cui i due già a "urne calde" hanno scambiato qualche battuta incrociata. L'ordigno in questione si chiama Nello Musumeci. Il governatore della Sicilia si prepara per una ricandidatura in autunno, ma a quanto pare gli alleati moderati non sono della stessa opinione.
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E a sottolineare come il caso Sicilia possa essere un elemento di altissimo rischio per la tenuta della coalizione, arrivano le parole di Gianfranco Micciché, numero uno azzurro sull'isola. Forte dell’exploit forzista a Palermo lancia un vero e proprio altolà alla Meloni, ribadendo con forza il "no" alla riconferma di Nello Musumeci in Sicilia: "Senza dubbio, per tenere unito il centrodestra, Nello Musumeci deve fare un passo indietro alle Regionali". Pronta la replica di Fdi per bocca di Francesco Lollobrigida: "Se noi che siamo il primo partito non facciamo gli aut aut agli altri, perché mai gli altri devono poterli fare a noi?". Insomma lo scontro durissimo è dietro l'angolo. Per quanto la Meloni stessa, nella conferenza stampa in cui ha commentato il risultato delle amministrative chiedendo de facto agli alleati di staccare la spina al governo Draghi, abbia spiegato che "su Miccichè non c'è nessun aut-aut".